Clan Lo Russo: chiesti quasi tre secoli di carcere per traffico di droga.TUTTE LE CONDANNE

 Una mazzata per i reduci del clan Lo Russo di Miano. Il procuratore generale ha chiesto oltre due secoli e mezzo di carcere nel processo di Appello per una trentina di affiliati alla cosca dei “Capitoni”di Miano accusati di associazione di tipo mafioso e trafficio di droga.  E’ il processo scaturito dal maxiblitz di due anni anni con 31 arresti. Il procuratore generale ha modificato la richiesta di condanna nei confronti del boss Mario Lorusso che da alcuni mesi sta collaborando con la giustizia portando da 14 a 10 anni la richiesta di condanna  senza il riconoscimento delle attenuanti di pentito ma solo quelle generiche perché il suo apporto a questo processo è stato considerato “irrilevante”. Mano pesante invece nei confronti di Carlo Lo Russo, detto Lellè, gestore della piazza di spaccio del rione Guanella. Per lui il pg ha chiesto 14 anni di carcere come per Salvatore Silvestri indicato dai pentiti come il gestore della piazza principale di spaccio del clan ovvero quella di Miano. Stesso discorso per un altro ras del clan ovvero Vincenzo Bonavolta : per lui la richiesta è di 13 anni e 10 mesi di carcere; 13 anni e 4 mesi invece per Ciro Culiersi; 11 anni e 8 mesi per Gennaro Palumbo; 10 anni  e  8 mesi per Gennaro De Simini; 10 anni per un altro big del clan ovvero Valerio Nappello (di recente scarcerato); 9 anni e 10 mesi per Luigi Russo; 7 anni e 3 mesi per Luciano Pompeo; 6 anni per Angela Borzacchiello; 3 anni e 8 mesi per Mario Centanni ed Emanuele Ferrara; 14 anni per  Pietro Polverino; 10 anni per Antonio Cardillo; 8 anni e 8 mesi per Daniele Culiersi e Pietro simonetti, 8 anni per Francesco Brillante, Salvatore la Hara, Gabriele Vallefuoco e Salvatore Cerchio; 7 anni e 8 mesi per Emauele Prota; 7 anni e 4 mesi per Ignazio D’Agnelo, Pasquale Luongo,Alessandro Parravano e Gianluca Madonna; 6 anni e 8 mesi per Emanuel D’Abile; 6 anni per Francesco Saverio Cinicolo e Antonio Cinicolo; 4 anni e 8 mesi per Salvatore Marino  e Carlo Nappello. Chiesta invece l’assoluzione per Michele Vitagliano.


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