Rischia un processo per calunnia, la moglie di Gaetano Pinto, ucciso il 19 maggio del 2007 nella sua casa di Ercolano. Pinto era un uomo del clan Ascione-Papale freddato nella sua abitazione dai killer assoldati dal clan Birra-Iacomino, nella vicina Torre Annunziata, presso il clan Gionta. Loredana Pirone era lì quel giorno quando gli assassini bussarono alla porta e freddarono il marito. A svelarlo in aula, il maresciallo Angelo Disanto, uno dei profondi conoscitori della storia criminale della guerra tra i due clan di Ercolano. L’investigatore, pilastro per anni del pm antimafia Pierpaolo Filippelli, ha deposto nel processo nato dall’inchiesta del delitto di via Marittima. Un omicidio bersagliato da sentenze e assoluzione, fino a quando i killer – pentitisi – hanno deciso di raccontare quello che accadde il 19 maggio del 2007. Le dichiarazioni dell vedova consentirono, in prima battuta, agli inquirenti di identificare e condannare Agostino Scarrone e Francesco Raimo, i sicari del clan Birra Iacomino. Ma i killer della Cuparella dopo il pentimento negarono. Il processo finì con l’assoluzione in Cassazione. Poi arrivò il killer pentito, Michele Palumbo, alias munnezza. Il giontiano aveva partecipato all’omicidio di via Mediterranea e confessò. Il maresciallo ha ricostruito in quattro ore di deposizione la storia giudiziaria e investigativa dell’omicidio di Pinto e in quello di Ettore Merlino, per i quali sono imputati Lorenzo Fioto e Vincenzo Lucio. Il maresciallo dei carabinieri ha ricostruito le presunte responsabilità dei due imputati in entrambi gli omicidi. Fioto e Lucio avrebbero partecipato ai due delitti – secondo l’Antimafia – nella veste di organizzatori ed emissari dei boss. Gli imputati, dinanzi alla Corte d’Assise di Napoli, sarebbero stati gli organizzatori del primo omicidio, quello di Pinto, reclutando i killer di Torre Annunziata e accompagnandoli a casa della vittima. Per Merlino, invece, l’omicidio avvenuto dopo che il pregiudicato era uscito dal quartier generale del clan Gionta a Torre Annunziata, il testimone ha analizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza di Palazzo Fienga. Poco prima che Merlino arrivasse al cospetto di Gemma Donnarumma, Fioto e Lucio erano lì. Voleva assicurazione che quell’omicidio si facesse. E l’omicidio ci fu poco dopo a Torre del Greco. Al ritorno di quell’appuntamento con la condanna a morte.