“Nel settembre del 1989 ci fu un episodio che riguardò la mia persona. Gianfranco Di Biasi del clan Di Biasi organizzò un agguato nei miei confronti travestendosi da donna. Ricordo che mi attese nei pressi dell’abitazione di mia madre in vico Cariati, abitazione che mi fu confiscata nel corso di un procedimento per il quale sono stato anche condannato sia io che mio fratello Ciro. Gianfranco Di Biasi esplose anche tre colpi al mio indirizzo, ma io ero abbastanza distante ed accompagnato dai miei affiliati tutti armati come avveniva di solito”. Le dichiarazioni del boss pentito Marco Mariano sono datate 19 luglio e sono state depositate dal pm della Dda di Napoli, Michele Del Prete, agli atti del processo per l’omicidio di Giuseppe Campagna, ammazzato nel 1990. Un verbale in cui colui che è sempre stato consideratao “la mente” dei Picuozzi dei Quartieri Spagnoli ricostruisce gli anni della sanguionosa faida con i “Faiano”, il clan Di Biase. In quella occasione Marco Mariano ebbe salva la pelle e poche ore dopo la sua ira si abbatté su due affiliati ai Di Biasi, ammazzati in occasioni diverse. “Facemmo un 2-0 volante. Questi due omicidi li fecero il gruppo di Vincenzo Romano”, ricorda quasi ancora compiaciuto il boss pentito.