Femminicidio a Sant’Antimo, il video choc del padre: “In quel video scherziamo con il bambino, io gli dico di sparare al papà”

Sant’Antimo. Omicidio di Stefania Formicola: la Procura interroga il padre della donna uccisa dal marito. Luigi Formicola è accusato di minacce nei confronti del genero viiolento. Ma di violenza, stando alla ricostruzione degli inquirenti, ve ne sarebbe stata anche altra, oltre l’omicidio avvenuto venti giorni fa e commesso da Carmine D’Aponte. Al centro delle indagini sul padre di Stefania un video, registrato sul cellulare di D’Aponte nel quale si parla di spari, pistole, ad un bambino di sei anni, il figlio della vittima. “In quel video scherziamo con il bambino, io gli dico di sparare al papà, lui dice di sparare a me” si giustifica Formicola. Fatto sta che D’Aponte, prima di uccidere la moglie, andò a denunciare il suocero. Sembrava la solita querelle familiare nell’ambito di una separazione difficile. Poi, quella querela ha avuto risvolti tragici. Ma non per questo giustificativi. Prima di ammazzare Stefania, il muratore andò a denunciare il suocero raccontando che lo aveva minacciato e gli aveva sparato. La procura di Napoli Nord e il pm Fabio Sozio, inizierà da domani una serie di interrogatori per chiarire il contesto familiare in cui è maturato quel femminicidio. Luigi Formicola è stato sottoposto a un lungo interrogatorio, gli è stato chiesto di spiegare il contenuto di quel video choc che la difesa di D’Aponte, rappresentata dall’avvocato Antonio Verde, ha depositato in procura. Un video in cui il figlio di sei anni punta la pistola del nonno e il nonno gli dice “spara a papà”. Ma la difesa di Frormicola sostiene: “E’ solo un gioco in cui al bambino sia il nonno che il papà chiedono di mimare il gesto di sparare”. La denuncia su quel video presentata da D’Aponte è del 14 ottobre, una settimana prima del femminicidio, e riguarda un episodio che si sarebbe verificato sei giorni prima. Ma il padre di Stefania racconta una storia diversa: “Quel pomeriggio ha detto al pm – mia figlia ci chiamò perché Carmine stava spaccando tutto, quando entrammo in casa loro suo marito aveva un martello in mano e stava rompendo i mobili. Fino a quel momento, non sapevo cosa Stefania fosse costretta a subire, quindi rimasi sconvolto”. Formicola, è stato ascoltato alla presenza del suo avvocato, Raffaele Chiummariello, dal pm Fabio Sozio. “Quando ho visto che oltre a dare addosso a mia figlia, inveiva anche nei confronti di mia moglie, le ho prese entrambe e siamo andati via”. Poi andarono dai carabinieri, alla stazione di San Marcellino, senza denunciare nulla. “Andammo dall’avvocato per avviare le pratiche di separazione” dice Formicola. Poi, la tragedia quella della morte di Stefania.


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