Sono amareggiati per la sentenza i familiari di Enza Avino, la donna di Terzigno assassinata dal suo ex, Nunzio Annunziata. Ieri il tribunakle di Torre annunziata lo ha condannato a 30 anni di carcere rigettando la richiesta di ergastolo formulata dal pm perchè secondo i giudici non ci fu crudeltà . La mamma della vittima, Giovanna Gifuni, qualche mese riferendosi al killer aveva detto: “Non ha ucciso solo mia figlia, ma anche tutti noi”. Ieri ad ascoltare la sentenza, c’erano soltanto il fratello della donna, Ernesto, e sua moglie, Angela Mosca, che con Enza aveva un legame molto stretto che come riporta l’edizione locale de Il Mattino hanno così commentato: “Io e mio marito siamo molto amareggiati da questa sentenza, ci aspettavamo l’ergastolo. La difesa di costui (gli Avino non nominano mai il killer di Enza, ndr), nel processo ha argomentato che gli uomini devono essere aiutati, ma soprattutto che lui ha un figlio minorenne e per questo non dovrebbe ricevere una pena del genere. Quando abbiamo ascoltato queste parole noi abbiamo pensato a nostro nipote, che ormai non ha più l’affetto della madre”. Enza Avino, infatti, aveva un figlio che all’epoca del delitto era minorenne e che oggi vive a Roma con il padre, dal quale Enza si era separato. Anche Annunziata ha un figlio avuto da una precedente relazione. Nel corso di quest’anno, i familiari non si sono mai sottratti agli appelli contro il femminicidio: “Abbiamo sempre sperato che il sacrificio di Enza potesse servire a qualcosa, a invertire la tendenza rispetto alle continue aggressioni e violenze alle donne. Noi andiamo avanti proprio nel ricordo di lei, è lei che ci dà la forza di continuare a vivere”, hanno spiegato Ernesto e Angela. A Terzigno, nel nome di Enza Avino, è nato anche un sportello di ascolto dedicato proprio alle donne: una iniziativa dell’intero consiglio comunale, che istituì pure un’apposita commissione per affrontare le tematica del femminicidio.