Foto hard sul falso profilo Facebook creato dall’ex fidanzato di Pompei: lei denuncia anche Mark Zuckerberg

Pompei. Denuncia il suo ex per aver postato su Fb le sue foto hard e poi denuncia anche il social network e Mark Zuckerberg per non aver controllato la reale identità di colui che aveva aperto un secondo profilo a nome della donna inserendo altre immagini ‘scottanti’. Il caso parte da Lecce e da una donna salentina ma approda alla Procura di Torre Annunziata perchè l’ex e imputato è un uomo di Pompei, V. V., che è comparso il 14 novembre scorso dinanzi al giudice pugliese. Ma quelle immagini ‘dallo spiccato contenuto pornografico’ sarebbero state inserite dalla residenza dell’uomo, nella città mariana, e dunque il processo per competenza è approdato a Torre Annunziata. A difendere gli interessi della donna e a presentare un’integrazione di denuncia con il nome del fondatore di Fb è stato l’avvocato Giancarlo Sparascio che è costituito parte civile nel procedimento per conto della donna salentina. La Procura oplontina dovrà emettere ora una nuova citazione a giudizio nei confronti del pompeiano. Ma sul caso dello stalker telematico che non si è rassegnato alla fine della storia d’amore si innesta un procedimento più complesso che coinvolge il colosso social. Si cerca di chiarire la responsabilità di Zuckerberg e della sua azienda nella creazione del secondo profilo fasullo, dopo che il primo era stato rimosso su input dell’autorità giudiziaria.Secondo l’avvocato della donna – che ha recentemente depositato una integrazione di querela – il gestore di Facebook avrebbe tenuto “condotte omissive, non individuando un metodo che consenta di identificare con certezza le persone che aprono dei profili e la corrispondenza tra il profilo e il nome”. In tal modo – sempre secondo il legale – il colosso dei social avrebbe contribuito a diffondere illegalmente le foto pornografiche di una donna inconsapevole.

 Le indagini presero avvio dalle querela della presunta vittima, una 51enne del Basso Salento. La donna, difesa dall’avvocato Giancarlo Sparascio, denunciava il grave episodio avvenuto il 16 ottobre del 2014. La signora raccontava che il fratello, nella tarda mattinata, aveva ricevuto una “richiesta di amicizia” tramite facebook; proveniva da un profilo che riportava il nome e cognome della sorella.L’uomo, così, cominciava fin da subito ad insospettirsi,  poiché quest’ultima non aveva mai posseduto un accountsul social network. Pertanto non accettava la “richiesta” ma cliccava sulla relativa pagina ed ecco la spiacevole sorpresa. Il fratello si trovava di fronte a quattro foto palesemente pornografiche, in cui era ben riconoscibile il viso della sorella e che ne “ritraevano”anchele parti intime; in due di esse, ella veniva immortalata mentre praticava del sesso orale ad un uomo.

Il tutto corredato da dettagliate informazioni sul luogo di nascita e di residenza della sorella. La visualizzazione dei contenuti della pagina era consentita non solo ai cosiddetti “amici” ma a tutti gli utenti, scegliendo l’opzione “pubblico”, simboleggiata da un mappamondo.
Il fratello contattava subitola donnache naturalmente apprendeva la notizia con grande sgomento. Poco dopo, le telefonava un amico, che la informava di avere ricevuto tramite il proprio profilo facebook, le stesse immagini. L’unica ma importante differenza, era che il messaggio proveniva dal profilo fb di un ex fidanzato della ragazza (persona che lui aveva anche conosciuto).
Nel pomeriggio, il fratello ed una sorella della vittima segnalavanol’abuso sul sito di Facebook. Appuravano poi che non essendo la vittima registrata e non possedendo le relative credenziali di accesso non poteva richiedere la rimozione del falso profilo (ciò avvenne solo alcuni giorni dopo!). Questa poteva essere richiesta solo dalla persona che aveva compiuto la registrazione. A quel punto i sospetti ricadevano proprio sul 48enne della provincia di Napoli, suo ex fidanzato con cui aveva avuto una relazione sentimentale di circa un anno.
La 51enne salentina lo aveva conosciuto nel settembre del 2013, poiché questi lavorava nel suoi paese. Il fidanzamento, interrotto da lei già una volta, era proseguito comunque fino a a due mesi prima della denuncia, a causa del comportamento possessivo dell’uomo campano. Lei lo aveva poi sentito telefonicamente saltuariamente, su chiamata dello stesso. Accadeva però che nel pomeriggio del 16 ottobre, a poche ore dal fatto, il suo ex si fece risentire.

L’uomo comunque nel corso della telefonata non aveva fatto riferimento ad alcun avvenimento in particolare.A quel punto la convinzione della donna divenne sempre più forte: aveva lui inserito quelle foto, utilizzando un falso profilo di lei, per vendicarsi di aver interrotto la relazione. Le immagini risalivano, a circa cinque o sei mesi prima della denuncia. Erano state realizzate nel corso di una relazione intima e del tutto privata tra la donna, che aveva prestato il proprio consenso, ed il suo ex.

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