“Ero in macchina. Stavo al telefono con la mia fidanzata dell’epoca quando ho visto uno scooter passare e ho assiÂstito al delitto. Ho riconosciuÂto De Micco e Volpicelli. E De Micco ha riconosciuto me”, a parlare collegamento in video conferenza dalla località protetta è Antonio Sarno, figlio del boss pentito Luciano. Lo ha fatto nel corso del processo che si sta celebrando davanti alla Corte di Assise di napoli per l’omicidio di Massimo Imbimbo, ucciso nel dicembre del 2011 a Ponticelli. Gli imputati in questo procedimento sono il boss Salvatore De Micco, il vero capo dei “Bodo” e fratello di Luigi rimasto ferito nell’aggiato di due giorni fa sempre nel quartiere alla periferia orientale di Napoli, e Salvatore Volpicelli. Un atto di accusa quella del giovane sarno contro i De Micco anche perché ha anche precisato: “Mio padre, quando era detenuto come pentito, aveva saputo dal pentito del clan De Micco, Domenico Esposito ‘o cinese, detenuto nello stesso penitenÂziario, che i De Micco ce l’aveÂvano con me. E io gli spiegai che non gli avevo fatto nienÂte”. L’agguato sugellò il debutto dei De Micco sulla scena criminale di Ponticelli. Da allora i “Bodo” sono diventatgi i padroni assoluti di un a fetta di territorio della zona Est di Napoli.
(nella foto il luogo dell’omicidio imbimbo e nel riquadro il boss Salvatore De Micco)