Koulibaly: “Amo Napoli, voglio vincere qui”

Secondo Maradona, se non fosse per il razzismo, giocherebbe gia’ al Barcellona o al Real Madrid “ma il razzismo c’e’ in tutto il mondo e se un giorno arrivero’ a giocare per uno di questi club, sara’ per il mio lavoro, per i miei sforzi e nient’altro. Ma oggi la questione non si pone, sono al Napoli e voglio vincere qui”. Kalidou Koulibaly non ha alcuna intenzione di cambiare maglia. Arrivato nel 2014, il centrale franco-senegalese e’ ormai uno dei migliori nel suo ruolo. “E’ un sogno che si e’ realizzato, sono a un altro livello e questo mi ripaga di tutti gli sforzi, ho lavorato duro per questo. Ma voglio continuare a migliorarmi”, racconta in un’intervista a “France Football”. Curioso il suo primo contatto coi partenopei. “Ogni allenatore ha avuto un ruolo nella mia carriera e a un certo punto e’ arrivata la chiamata di Benitez. Gli avro’ chiuso il telefono in faccia due o tre volte, non ci credevo, pensavo fosse un amico che voleva farmi uno scherzo. Stavo giocando nella serie B belga e l’allenatore di un grande club di serie A mi chiavama, era impossibile. Ma alla fine era tutto vero, ero quasi imbarazzato, mi sono scusato con lui, non me l’aspettavo. Sarei dovuto andare al Napoli gia’ a gennaio ma non mi hanno lasciato andare e lui, sei mesi dopo, e’ tornato alla carica. Era un segnale forte”. L’ambientamento e’ stato quasi immediato. “La mia fortuna e’ stata che quando sono arrivato, coi Mondiali di mezzo, non c’erano le grandi stelle a eccezione di Callejon e Hamsik e questo mi ha permesso di mettermi in mostra, senza farmi impressionare dai big. Una volta imparato l’italiano, mi sono migliorato anche in campo”.

“Amo questa citta’, c’e’ il sole, il mare, e i napoletani sono davvero accoglienti. Mi sento molto, molto bene qui. A Napoli si respira calcio, ne e’ la prova il presidente De Laurentiis. Ama profondamente il suo club. E’ un presidente atipico, ma da’ tutto per farci crescere, e’ un uomo buono. Come lui, qui tutti sono pazzi per il Napoli. Ci sono alcuni punti della citta’ dove non posso andare perche’ ci sono tante persone che si avvicinano che diventa difficile camminare. Ma questo non mi preoccupa, mi piace giocare sotto pressione, sono una persona che ama l’adrenalina, e’ sotto pressione che gioco le mie migliori partite”. Koulibaly ammette che “per un difensore non c’e’ posto migliore dell’Italia dal punto di vista tattico. Per Maradona sono il miglior giocatore in Serie A? Lui e’ un idolo, ha fatto tantissimo per Napoli e quando qualcuno come lui parla di te in questo modo, non puoi che essere orgoglioso. Mi ha anche chiesto la maglia, sono rimasto scioccato, pensavo fosse pure questo uno scherzo. E quando l’ha ricevuta, mi ha mandato una foto per ringraziarmi. Mi sentivo in Paradiso, e’ la dimostrazione che tutto e’ possibile nella vita”. Tornando alla questione razzismo, Koulibaly e’ stato vittima di cori discriminatori nel febbraio scorso, nella gara con la Lazio. “E’ triste che la gente paghi il biglietto per venire a gridare cose del genere, l’Italia ha una cattiva immagine a causa di questo. Ma sono rimasto colpito da un bambino che e’ venuto da me a chiedermi scusa: ‘mi dispiace per tutto quello che e’ successo’. Gli ho regalato la maglia perche’ ho visto nei suoi occhi e nelle sue parole tutta la sua innocenza. Non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio”.


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