“Per me e’ stato un onore conoscere Berlusconi e lo ringraziero’ sempre. Diciamo che per 29 anni su 30 e’ stato il piu’ grande presidente di calcio di tutti i tempi. Il 30° e’ stato il mio anno”. In un’intervista pubblicata oggi dal ‘Corriere della Sera’, il tecnico del Torino, Sinisa Mihajlovic, torna a parlare della sua sfortunata esperienza sulla panchina del Milan.
“Cosa si e’ rotto? Non so – spiega il mister serbo – Loro mi avevano preso perche’ ho personalita’ e io sono riuscito a ridare le regole e la cultura del lavoro che erano venute molto, molto meno. Tanto e’ vero che nessuno ha mai sgarrato e anche gli infortuni sono calati. Penso che si debba considerare tutto quello che e’ successo per dare un giudizio: il tempo perso al- l’inizio; l’esonero dopo la partita con la Juve, la migliore che abbiamo giocato; il fatto che ho lasciato il Milan in finale di Coppa Italia e in Europa League e sappiamo com’e’ andata a finire; l’esordio di Donnarumma. Romagnoli che non sarebbe mai venuto a Milano senza di me, perche’ nessuno voleva spendere 25 milioni: quella cifra era esagerata allora, ma in prospettiva non lo era.
Anche quella volta ho convinto il presidente”. Mihajlovic rivela come e’ andata: “Lui diceva che era troppo caro, io gli ho detto: pres facciamo cosi’, se quando vorra’ rivendere Romagnoli lo fa per meno di 25 milioni la differenza la metto io; se lo vende a di piu’ facciamo a meta’. Mi sembra sia arrivata un’offerta dal Chelsea per il doppio. E poi Niang: con me ha giocato titolare, mi sono esposto io per non farlo vendere a gennaio, perche’ doveva andare al Leicester. Senza questi tre giocatori, il Milan oggi sarebbe meno forte. E meno ricco”. E, a proposito di rivelazioni, Mihajlovic ricorda che “abbiamo perso tempo le prime 7-8 partite perche’ abbiamo giocato con il 4-3-1-2, come voleva il presidente Berlusconi, anche se si capiva che non era il modulo adatto. Dopo la partita con il Napoli ho detto ‘basta, vado di testa mia’: se mi manda via, muoio con le mie idee. E i risultati hanno cominciato a venire. Lo stesso e’ successo con Donnarumma. La settimana dell’esordio, Berlusconi e’ venuto due volte a Milanello per convincermi a mettere Diego Lopez. Gli ho detto che aveva due possibilita’: mandarmi via e mettere Diego Lopez, tenermi e vedere in porta Donnarumma. Lui mi ha tenuto, per fortuna. Sua”. Il tecnico granata ha vissuto male l’esonero al Milan: “L’unica cosa che mi rode e’ di non aver potuto giocare la finale di Coppa Italia, perche’ non c’e’ la controprova ma penso che con me in panchina potevamo vincere, visto come ha giocato la Juve. Non mi e’ stato permesso, ma sono esperienze che fanno crescere. Anche se io avevo gia’ deciso di andare via anche se non mi avessero cacciato. Non potevo fare un altro anno cosi'”. Mihajlovic, infine, spende parole al miele per Adriano Galliani: “Mi ha aiutato tanto, e’ un grande. Spero non lasci il calcio. Gli voglio molto bene, lo considero un amico, il nostro rapporto continua”.