“Nessuna fatalità , ma precise responsabilità per la morte di mio fratello: da un autista ubriaco ai medici, che al pronto soccorso di Villa dei Fiori ad Acerra lo hanno tenuto per tre ore senza curarlo”. Sono le accuse choc di Mauro Ferrara, fratello di Antonio, l’ operaio di “Casoria Ambiente” deceduto, venerdì mattina, in seguito alle ferite riportate nel tamponamento tra due autocompattatori della ditta di raccolta rifiuti. Accuse riportate dal quotidiano Il Mattino in edicola. Intanto stamane sarà eseguita l’autopsia sul corpo dello sfortunato operaio mentre il sindaco di Casoria ha proclamato il lutto cittadino per il giorno del funerale. La città e gli stessi operai della ditta sono sotto choc perché quella di ferrara è la secondo morte in mese di un mese dopo quella di un altro collega, Stefano Basile, dipendente della stessa società , in circostanze analoghe. L’atto di accusa di Mauro Ferrara continua: “Mio fratello è morto perché nessuno dei responsabili di Casoria Ambiente, ha avuto il coraggio di fermare alcuni degli autisti che guidano ubriachi. A loro interessa solo far uscire gli automezzi. Ma quelli vanno al bar in piena notte e bevono aspettando l’orario del turno. Tutti sapevano ma nessuno ha mai denunciato questo stato di cose, nemmeno durante le visite mediche, che quest’anno sono state effettuate solo dopo la morte di Stefano Basile. Lo abbiamo raccontato ai carabinieri. Mio fratello è rimasto per tre ore su una barella perché il pronto soccorso era stato devastato durante la notte. Possibile che la centrale del 118 non lo sapesse? E perché lo hanno portato ad Acerra, invece che al San Giovanni Bosco che dista cinque minuti dal luogo dell’incidente?”. Ieri il pm ha inviato i carabinieri a Villa dei Fiori per sequestrare altra documentazione sanitaria.