Soggiorni in alberghi a cinque stelle a pubblici funzionari in cambio di pareri e autorizzazioni favorevoli: è questa l’ipotesi formulata nell’ ambito di uno dei filoni principali dell’inchiesta della procura di Napoli che ha portato nei giorni scorsi a una serie di perquisizioni eseguite dai carabinieri. Si tratta della stessa indagine su presunte irregolarità nel servizio di pulizie dell’ ospedale Cardarelli che vede indagati, tra gli altri, alcuni dirigenti della Romeo Gestioni spa (ma non l’imprenditore Alfredo Romeo che non risulta coinvolto nell’inchiesta). I pm della procura – i sostituti della Dda Henry John Woodcock e Enrica Parascandolo, il sostituto Celeste Carrano e il procuratore aggiunto Filippo Beatrice, coordinatore della sezione Antimafia – ipotizzano il reato di concorso in corruzione. Due sarebbero, a quanto si è appreso, le vicende al centro di questo filone di inchiesta. Nel primo risulta indagata una funzionaria della Sovrintendenza archeologica di Roma.La funzionaria della Sovrintendenza romana, secondo quanto emerso da intercettazioni telefoniche eseguite nei confronti di un altro indagato, avrebbe ”favorito” la Romeo Gestioni per le autorizzazioni sui lavori a una struttura alberghiera di via Ripetta dove, tra l’altro, erano stati rinvenuti reperti di epoca romana; in cambio avrebbe ricevuto, per se stessa e la figlia, costosi soggiorni, con ”percorso benessere”, presso il lussuoso albergo Romeo, in via Marina a Napoli e l’Excelsior di Ischia. Analoga ipotesi viene formulata nei confronti di due funzionari del Comune di Napoli (dell’ufficio occupazione suolo e del Suap, Sportello unico attività produttive) in relazione a favori per la proprietà dell’Hotel Romeo riguardanti in particolare l’occupazione di suolo pubblico, come il recupero di somme già versate ”nonostante l’occupazione fosse già in atto”, sottolineano gli inquirenti. Anche in questo caso sarebbe stato offerto un soggiorno, con percorso benessere, presso la struttura napoletana alla figlia e al genero del funzionario comunale. L’indagine – anche se in queste ultime vicende non vi sono assolutamente riferimenti a collusioni con clan – è scaturita da una inchiesta anticamorra della Dda dalla quale sarebbero emersi ”acclarati collegamenti e rapporti tra le maestranze della Romeo Gestioni ed esponenti della criminalità organizzata”.