Napoli, oltre 50 “stese” di camorra: la guerra tra i clan come nel Far West

Una cinquantina di “stese” di camorra dall’inizio dell’anno ad oggi. La camorra dei social e dei video cerca di imporre la propria  legge come nel Far West. Certo non siamo ai livelli del vecchio e selvaggio West a Napoli ma poco ci manca. Forse non ha tutti i torti il Questore di Napoli, Guido Marino quando dice che le stese ”sono opera di quattro straccioni che sparano per la strada, di bande di criminali”. Ma dall’inizio dell’anno il fenomeno è stato in continuo aumento. Anzi sono diventati momenti di “volgare teatralità social” come la stesa del 7 ottobre scorso in cui sono stati protagonisti i due cugini Rizzo arrestati l’altro giorno dai carabinieri. Il fenomeno delle “stese” ha interessato tutti i quartieri di Napoli, da Est ad Ovest e da Nord a Sud. Nessuna delle zone di Napoli è stata esclusa in questo anno dalle scorribande criminali. Ma il “morbo” della stesa si è spostato di volta in volta e di periodo in periodo sempre in quartieri differenti come un fantasma che fa il giro della città. Ad iniziare dalla zona Nord e dalla zona Ovest con le sparatorie tra Miano e il rione don Guanella e zone confinanti con lo scontro tra il clan del giovane Walter Mallo e il clan Lo Russo. Poi si è passati nella zona flegrea e nei quartieri di Pianura, Soccavo e del Rione Traiano, dove la camorra non ha esitato a fare fuooc contro la polizia, con la cruenta faida tra i Puccinelli -Petrone e gli scissionisti del gruppo Basile-Lazzaro con la clamorosa sparatoria di via Marco Aurelio del 10 agosto in cui rimasero feriti due innocenti, il 19enne Valentino Esposito e la 24enne Anna Pulcrano. Nel frattempo c’erano state altre “stese” come quella “sbagliata” nel balcone di casa del boss Rinaldi a San Giovanni a Teduccio e quella di corso Secondiglianoin cui solo per un caso fortuito non rimasero ferite una mamma e la figlia che si trovavavno a transitare con l’auto nella direzione delle pallottole. Erano trascorsi pochi giorni da un’altra stesa in via san Giovanni Bosco a Secondigliano in cui rimase ferita una ragazza affacciata la balcone in attesa degli amici per andare a ballare. Poi il “morbo” ha cominciato a spostarsi verso il centro con le stese  a Piazza Marcato, alle Case Nuove e poi ancora tra Forcella e il rione Sanità. Dove si registrano nell’ultimo periodo le frizioni maggiori tra clan.

Omicidi, sparatorie, agguati falliti, intimidazioni e arresti eccellenti. Gli equilibri di camorra tra i vicoli del centro storico e tra gli stradoni di periferia sono orami completamente saltati. I clan storici indeboliti dagli arresti e dagli ergastoli si ritirano e i gruppi che prima fungevano da gregari cercano di conquistare gloria, fama e soprattutto soldi. Soprattutto il grande business del controllo e della gestione delle pizze di spaccio. La partita tra stato e antistato si gioca su un campo minato. Le forze dell’ordine presenti in modo massiccio sul territorio cercano di arginare il fenomeno. Ma non basta. Non basta ancora.


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