Napoli, recuperato il meccanismo che ha causato l’incendio dell’auto del parroco dell’Arenella

Il meccanismo che ha provocato l’innesco dell’incendio della “Citroen C3” di don Salvatore Fratellanza, parroco della chiesa di Santa Maria la Rotonda, all’Arenella a Napoli, è stato recuperato dagli investigatori che ora più che mai non hanno dubbi sulla sua natura dolosa dell’atto. Il parroco, don Salvatore,68 anni,  si trova in Terrasanta per un pellegrinaggio, nei mesi scorsi è stato nominato commissario, per conto della Curia Arcivescovile di Napoli, di 12 Confraternite cimiteriali. E proprio sul business dei psoti cimiteriali che si concentrano le attenzioni degli investigatori per cercare di dare una spiegazione al gesto criminale. Don Salvatore ha parlato a lungo al telefono con gli investigatori ai quali ha spiegato di non aver subito ne minacce, ne pressioni. Il parroco viene definito da tutti come persona “integerrima”. Il difficile e delicato incarico  ricevuto dalla Curia di gestire le congreghe con i loro patrimoni di beni mobili e immobili e il suo comportamento di fedele servitore dela Chiesa deve essere entrato in contrasto con chi sperava in una gestione diversa. Parliamo di eredità di secolari riti religiosi legati alle sepolture: un patrimonio immenso da gestire e finito inevitabilmente  nella mani di speculatori: i cosiddetti ras dei cimiteri. A cui don Salvatore avrebbe detto no. E’ questa la pista principale ma non l’unica su cui stanno lavorando gli investigatori. “Siamo sgomenti, ci aspettiamo delle risposte dalla Polizia”. Così il viceparroco di Santa Maria la Rotonda, all’Arenella, don Salvatore Tosich, dopo l’incendio che ha distrutto l’auto del parroco, don Salvatore Fratellanza, nella notte tra il 20 ed il 21 novembre. “C’è tensione – aggiunge il sacerdote – e la comunità parrocchiale si pone tante domande. Per noi è stato un fulmine a ciel sereno, questa è una zona normalmente tranquilla”.

 

 


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