Inseguiti, minacciati con una pistola puntata in faccia e derubati. L’ultimo incredibile episodio di violenza metropolitana si è consumato sabato sera sotto gli occhi di decine di testimoni, ma anche di una pattuglia di agenti della Polizia municipale che – stando alla versione fornita da chi era presente – anziché intervenire sarebbe rimasta ferma anche dopo essere stata avvisata di quanto accaduto. Vittime dell’aggressione un uomo e il suo figlioletto di appena sei anni. Secondo quanto riporta Il Mattino gli automobilisti erano intrappolati nel traffico all’interno della Galleria Laziale intasata come sempre in coincidenza della fine della partita del Napoli. Sono da poco passate le 23 e il tunnel è un lunghissimo serpentone di macchine e scooter che procedono a passo d’uomo verso piazza Sannazaro. All’improvviso gli automobilisti che hanno quasi raggiunto la fine del traforo si accorgono che sta succedendo qualcosa di grave. «Sulle prime – racconta Francesco, che insieme con altri tre amici sta facendo ritorno a casa dopo essere stato allo stadio – pensavamo ad una rissa. Dinanzi a noi, al di là di un altro paio di auto, c’era un forte trambusto». Come spesso avviene in questi casi, però, la paura di intervenire senza sapere ciò a cui si va incontro di fronte a simili situazioni prevale. E nessuno esce dall’abitacolo della propria macchina per prestare soccorso. Ma in breve lo scenario reale si fa più nitido. E agghiacciante: due persone con il volto coperto da sciarpe e passamontagna si sono avventate su quel papà che, insieme al figlioletto, viaggia a bordo di uno scooter nuovo di zecca. Uno dei due aggressori estrae dalla cintola dei pantaloni una pistole e la punta alla testa della vittima. L’uomo istintivamente abbandona il ciclomotore e inizia a scappare, proteggendo con il corpo il bambino: corre veloce in direzione opposta, mentre il piccolo piange disperatamente. «In quel momento – prosegue Francesco – abbiamo visto lo sguardo del padre e del bambino che correvano terrorizzati, come se stessero scappando dalle bombe in guerra o da un terremoto, e gli occhi di quel bambino sono stati un colpo al cuore pensando a ciò che stava provando e al trauma che gli resterà». Ma torniamo ai due delinquenti armati. Uno di loro sale sul sellino dello scooter appena abbandonato e, seguito dal complice, inizia a sfrecciare tra le auto ancora ferme al semaforo rosso, all’uscita della galleria. In tanti hanno visto, e appena scatta il verde c’è chi si ferma a soccorrere padre e figlio e chi, invece, corre verso la pattuglia della Municipale ferma proprio in piazza Sannazaro. Quella che segue è la testimonianza di un altro automobilista intervenuto per cercare di bloccare i malviventi: «All’uscita della grotta – racconta M. – c’era un agente della Municipale che regolava il traffico quando il semaforo era rosso, forse per evitare che il tunnel si sovraffollasse saturandosi dei gas di scarico. Io e altri ci siamo precipitati con la macchina verso di lui raccontando l’accaduto; volevamo anche sollecitare i soccorsi per quel padre e il suo bimbo rimasti intrappolati a piedi. L’agente, senza scomporsi, si è limitato ad alzare la paletta per chiamare i colleghi che erano qualche metro più in là con l’auto, poi è rimasto immobile e impassibile insieme agli altri, come se quello che era successo non fosse affare loro». C’è ancora un terzo testimone, infine, che dopo aver visto la scena dell’aggressione giura di aver visto poco prima la coppia di delinquenti travisati inseguire un altro scooter nei pressi della Cumana di Fuorigrotta. Una vicenda ancora tutta da chiarire – anche perché, almeno fino a ieri, non c’era traccia di denuncia alle forze dell’ordine dell’accaduto – sulla quale il comandante del Corpo, il colonnello Ciro Esposito, intende fare chiarezza. Com’è giusto che sia.