Salerno. “Posto tranquillo per una coppia che cerca relax, spiaggia libera vicina” è una classica recensione di un B&B quasi anonimo, fino a qualche giorno fa, dove tra uomini d’affari affari, famiglie e giovani turisti si nascondevano anche i clienti del sesso. Un B&B, il Residence Arechi, dove i carabinieri hanno sequestrato tre appartamenti adibiti ad alcova del sesso. In via Madonna di Fatima a circa 3 chilometri dal centro cittadino, in quella struttura nuova ma senza pretese, si prostituivano tre donne: due brasiliane e una napoletana. Belle donne, non c’è dubbio, che selezionavano la loro clientela attraverso il web, attraverso il passaparola degli internauti, in un giro selezionato di persone facoltose. Settanta euro per l’affitto di un mini appartamento, ma dai cento ai 250 euro per godere della compagnia di una donna. Queste le tariffe, scoperte dai militari del Maggiore Paolo Rubbo e del Tenente Bartolo Taglietti, interrogando alcuni clienti fermati dopo aver consumato la propria prestazione sessuale. Un B&B gestito direttamente dal titolare e da una segretaria addetta alla reception che filtrava le prenotazioni, metteva a disposizione una colazione per chi si fermava la notte e recepiva anche lamentele e elogi della clientela. I carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Elena Guarino, si interrogano sulla consapevolezza dei due rispetto a quanto accadeva nei tre appartamenti sequestrati. Si interrogano sul fatto che il giro di sesso a pagamento potesse portare un ‘surplus’ economico anche al gestore. In quel caso si configurerebbe lo sfruttamento della prostituzione. Ma questo lo chiariranno le indagini. Una clientela d’élite in un punto anonimo di Via Madonna di Fatima, parcheggio gratuito, molta riservatezza e il tuffo in un mini appartamento dove consumare del sesso a pagamento. Naturalmente, per la clientela più esigente c’era anche un buon vino e magari champagne e poi se il tutto funzionava a perfezione, tra sex toys e preservativi, ci scappava anche un regalino alle ragazze e una recensione positiva della struttura.
Le giovani donne che vendevano sesso a pagamento, naturalmente, non sono indagate. Le indagini, come accade in questi casi, tendono a verificare se dietro quelle prestazioni sessuali ci siano degli ‘organizzatori’, magari un gruppo di persone che sfruttando quelle donne a ‘pagamento’ introitino a loro volta dei profitti. Oppure, se quelle tre ragazze abbiano agito in piena autonomia gestendo i propri appuntamenti, la clientela e anche i cospicui incassi. Magari facendo gruppo e aiutandosi l’un con l’altra. Il B&b di via Madonna di Fatima non sarebbe l’unica struttura recettiva all’attenzione degli inquirenti. Vi sarebbero altri cinque luoghi di incontro in città dove si pratica sesso a luci rosse, luoghi insospettabili e discreti, dove accogliere clienti esigenti pronti a pagare cifre cospicue per ore di sesso con una bella straniera o un’altrettanto bella italiana, in una stanza di albergo confortevole, senza tante pretese, e dove l’odore del fumo e del sesso consumato viene spazzato via dal servizio di pulizia offerto dalla struttura.