Saviano: “Raccontare le ombre di Napoli non è fango”

“Sono un filo d’erba e non ho paura di essere calpestato, perché l’erba calpestata diventa sentiero”. Con le parole della poetessa bulgara Blaga Dimitrova, Roberto Saviano ha spronato i giovani a creare un sentiero di rinnovamento a Napoli e ha chiuso il suo incontro con i napoletani al Nuovo Teatro Sanità, dove ha presentato il suo nuovo romanzo “La paranza dei bambini” (Feltrinelli), a 10 anni da quel Gomorra che lo costrinse ad andare via da Napoli per una vita blindata. Lo scrittore è stato accolto da un lungo applauso dai circa cento fortunati che sono riusciti a entrare nella sala, conquistando un posto per il quale si sono presentati alle 15 al teatro, tre ore e mezza prima dell’orario fissato per l’incontro. Per gli altri il maxischermo allestito all’esterno del teatro dove alla fine si è formata una coda di circa trecento persone per avere una firma sulla copia del romanzo. Un incontro svoltosi in un clima di massima sicurezza, con camionette delle forze dell’ordine alla Sanità e perquisizione degli zaini e con il metal detector all’ingresso. Saviano, intervistato da Mario Gelardi, direttore del Nuovo Teatro Sanità, ha raccontato la “ferocia totale” dei ragazzi che negli ultimi due anni sono stati e sono protagonisti a Napoli delle paranze dei bambini, le bande di delinquenti minorenni diventati boss a colpi di pistola, figure diventate personaggi del suo romanzo e in cui, ha detto Saviano “ho messo tutta la bestialità e l’umanità possibile”. Una umanità a cui ha fatto riferimento anche il pm Henry John Woodcock, che ha aperto l’incontro, raccontando la sua esperienza non di fiction, ma di inchieste che hanno portato a pesantissime condanne dei giovanissimi boss: “Prima di andare in aula a chiedere – ha detto Woodcock – la segregazione di un essere umano di 19 o 20 anni, a volte avverto un senso di malinconia, perché si tratta di creature inconsapevolmente sospinte verso la polizia mortuaria o il carcere”. E Woodcock, minacciato in aula due giorni fa proprio alla pronuncia di alcune sentenze di condanna per baby-camorristi, ha anche sottolineato come all’esterno del teatro, stasera avrebbe voluto vedere “anche il ministero dell’istruzione, la scuola, ci vorrebbero i loro gazebo, perché come diceva Victor Hugo aprire una scuola significa chiudere un carcere”.

 Robero Saviano ha replicato dal palco del Nuovo Teatro Sanita’ a chi lo accusa di gettare fango su Napoli, un palco su cui e’ salito con lui il pm Henry John Woodcoock, minacciato due giorni fa in aula quando ha ottenuto condanne proprio per i boss della ‘paranza dei bambini’. “Quando sento dire che Napoli non e’ solo questa -dice – va detto che il ricatto che si fa ‘se scrivi di questo e’ fango’ e’ una bugia. Infatti, si racconta l’ombra di una citta’. Dire ‘basta’, ha il sapore dell’omerta’. Non e’ il film Scarface o il Camorrista che fa diventare camorristi”. Boss e affiliati della ‘paranza dei bambini’, spiega Saviano, “non vanno ad ammazzare per il film. Questi racconti sono specchi della realta’. La bellezza e’ raccontare, dobbiamo essere fieri di saper raccontare le nostre ferite”.

 Oltre alle camionette delle forze dell’ordine, tra i vicoli e nelle strade di Napoli, dice lo scrittore, “vorrei vedere anche il ministero dell’Istruzione, la scuola, con suoi gazebo”. Il magistrato anticamorra Woodcock rivela che “prima di andare in aula a chiedere la segregazione di un essere umano di 19 o 20 anni, avverto senso di malinconia, di pietas in senso latino, perche’ si tratta di creature che, in modo inconsapevole, sono sospinte verso la polizia mortuaria o il carcere”. Saviano spiega il perche’ della presentazione del suo ultimo lavoro in un teatro. “Scelgo uno spazio se rida’ spazio, in un territorio dove gli spazi vengono occupati, sottratti, sorvegliati – dice – qui c’e’ uno spazio del ‘700 che si apre ai giovani, che diventa un’officina del talento”. Poi, rivolto al folto pubblico in sala: “raccontarvi Napoli e’ sempre un privilegio. Citta’ complessa. Capisci le dinamiche che stanno accadendo nel mondo da qui”. “Ho deciso di scrivere la ‘Paranza dei bambini’ dopo che ho iniziato a studiare il fenomeno – prosegue Saviano -. Ho letto l’inchiesta del pm Woodcock, insieme al collega De Falco, l’indagine dei carabinieri. Ho visto che le nuove generazioni hanno come obiettivo quello di fare soldi, subito, perche’ non hanno prospettive”. Dopo la presentazione, lo scrittore si e’ attardato a firmare le copie del libro ad alcune centinaia di persone, soprattutto giovani, fatti entrare a gruppetti nel teatro. I giovani erano in fila in via San Vincenzo fin dalle 15.

La giornata napoletana di Saviano era iniziata in mattinata con l’incontro con Padre Loffredo, parroco della chiesa della Sanità quotidianamente impegnato nel recupero dei giovani dalla devianza, e padre Alex Zanotelli, mentre il sindaco de Magistris, che con Saviano ha avuto in passato degli scontri dialettici a distanza, non era presente all’incontro a cui hanno assistito gli assessori Nino Daniele e Alessandra Clemente. Assenti anche i rappresentati del movimento “Un popolo in cammino”, animatore di iniziative anticamorra alla Sanità.


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