“Non convince Aliberti Angelo Pasqualino quando rifiuta di inserire nella lista di appoggio alla sua candidatura nel 2013 Ridosso Andrea e stigamatizza di aver fatto acquisire al comune la proprietà abusiva di Nappo Vincenzo, affermando di aver eseguito tale gesto nei confronti di Francesco Matrone essendo il Nappo il suo braccio destro”: lo scrivono i giudici del Riesame nel dispositivo con il quale accolgono la tesi della Procura sullo scambio di voto politico-mafioso e sull’arresto del sindaco di Scafati. Non è credibile l’attività anti-camorra del sindaco di Scafati. Lo dicono a chiare lettere. “Non convince Aliberti”. Perchè “innanzitutto è lo stesso Loreto Alfonso, camorrista per cui addentro alle logiche camorriste della zona a ritenere che Nappo Vincenzo non c’entra più niente nel gruppo di Matrone che sta nascendo del quale farebbero parte, invece, Matrone Antonio Michele, Alfano Carmine, Adini Marcello qualcuno degli ‘Annunziata’ (il clan di Boscoreale, ndr) come Luca Merolla, Izzo e altri”. Non convince la politica anti-camorra di Aliberti perché “appare ben strano che ci si dichiara avversario della camorra, accetti che la propria consorte faccia un comizio elettorale in casa di Ridosso Anna, sorella del camorrista Ridosso Salvatore, ucciso nel 2001 in un agguato di camorra, sorella del camorrista Ridosso Romolo, mandante di diversi omicidi”. Non convince Aliberti ‘anti-camorrista’ perché “pare strano che accetti di cenare, durante la campagna elettorale in sostegno della Paolino, anche con Ridosso Luigi e la moglie”. E infine, scrivono i giudici, dando un giudizio tranciante: “Si tratta di condotte, finalizzate all’accaparramento di voti con l’aiuto della camorra, per vincere (come vinte) le competizioni elettorali, che stridono in modo significativo con la scelta di legalità che Aliberti Angelo Pasqualino afferma di aver fatto”.
Rosaria Federico