Scafati, “Mi dovete dare i sodi per i miei compagni in carcere”: arrestato il nuovo boss “Dario” Spinelli

“Mi dovete dare i sodi per i miei compagni in carcere”. Così si presentava sui cantieri edili di Scafati il noto pregiudicato Andrea Spinelli, noto come Dariuccio. Il 41enne esponente apicale del clan Loreto-Ridosso è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno poiché ritenuto responsabile di estorsione aggravata dall’aver agito con metodo camorristico ed al fine di agevolare sodalizio di tipo mafioso. L’indagine, condotta dai militari della Sezione Operativa, e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno è iniziata nello scorso mese di ottobre quando gli uomini della Sezione Radiomobile, quotidianamente impiegati nel controllo del territorio, hanno con esperienza intuito che vi erano dei movimenti sospetti nei pressi di un cantiere edile di Scafati. Le indagini immediatamente avviate consentivano di ricostruire un quadro gravemente indiziario a carico dello Spinelli, che risultava aver a più riprese avvicinato alcuni imprenditori edili dai quali, dietro minaccia, s1 era fatto consegnare o promettere cospicue somme di denaro.
L’arresto di Spinelli rappresenta un colpo importante alla camorra scafatese già decimata dai precedenti arresti e dai pentimento. Il òpregiudicato arrestato era infatti colui che oggi reggeva le fila del clan. Di lui ha parlato spesso nei suoi verbali il pentito Alfonso Loreto. Come quando ha spiegato il movente di alcuni attentati come quello ai danni di Raffaele Sangermano, ’o ragno rosso, al quale spararono due anni fa fuori alla sua abitazione. “A sparare fu Dario Spinelli nostro affiliato, perché Vincenzo Nappo ’o nonno aveva avuto dei litigi con lui”.

Ma Alfonsino ha spiegato anche che a far parte del suo gruppo vi era  un gruppo già noto a Scafati, capeggiato da Andrea Spinelli, detto Dariuccio. “Ad oggi il gruppo è composto – dice Loreto, da Gennaro Ridosso, Luigi di Salvatore, Alfonso Loreto, Alfonso Morello, Dario Spinelli e Cenatiempo Roberto che si occupa dei proventi illeciti dei videopoker e degli appalti di pulizia e manodopera”. Un decennio in cui non sono mancati screzi con gli avversari. Da una parte i Loreto-Ridosso dall’altro il gruppo più vicino a Franchino Matrone, ovvero al figlio Michele. Proprio Dario Spinelli fu tra le vittime di una ritorsione ‘avversaria’. “L’attentato all’auto di Dario Spinelli che fa parte del nostro gruppo e al quale passavamo 2-300 euro a mese dai soldi delle macchinette, o al quale venivano fatti prestiti – dice Loreto – a suo dire era stato fatto da Carmine Alfano, bim bum bam, perché lo zio della moglie era rimasto in debito per l’acquisto di droga e Spinelli si era fatto garante del pagamento. Non essendo stato onorato il pagamento Carmine Alfano se l’era presa con Spinelli con la bomba carta”.

Alfonso Loreto infine parla di Spinelli a proposito del voto di scambio per le Regionali del 2015. In quelle consultazioni elettorali, il presidente del consiglio comunale Pasquale Coppola era in rotta con Aliberti e Monica Paolino, candidata e poi eletta, secondo il pentito, “il presidente del Consiglio comunale insieme al consigliere Pasquale Vitiello organizzò una riunione lettorale a Mariconda per farsi votare – dice Loreto – Coppola regalò, poi, 500 euro a Dario Spinelli, componente del clan Loreto-Ridosso”.


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