Alle 16,17 Angelo Pasqualino Aliberti ha protocollato le dimissioni ‘irrevocabili’ da sindaco della città di Scafati. Quasi in contemporanea quelle sei righe di spiegazioni sono comparse con un ‘copia e incolla’ sul suo profilo Fb. Ma poco più di mezz’ora dopo gli uomini della Dia di Salerno, guidati dal tenente colonnello Giulio Pini, gli hanno notificato quel provvedimento del Riesame di Salerno depositato venerdì scorso dai giudici, nel quale si stabilisce il suo arresto e quello di Luigi jr e Gennaro Ridosso. Da oggi il primo cittadino dimissionario ha dieci giorni di tempo, insieme ai suoi avvocati, per presentare ricorso in Cassazione e provare ad evitare l’arresto. Un provvedimento del Riesame pesantissimo che implica una sconfitta giudiziaria ma anche politica del sindaco di Scafati, eletto per due mandati, nel 2008 e nel 2013, con i voti della camorra, secondo i giudici del Riesame. “Pur ribadendo la mia completa estraneità rispetto ai fatti – scrive Aliberti nelle sue dimissioni che potrebbero in ogni caso essere ritirate entro 20 giorni – che mi vengono contestati, ritengo doveroso per correttezza e rispetto delle istituzioni, e nell’interesse della città e dei cittadini tutti, fare un passo indietro, lasciare ogni impegno politico per cui da questo momento presento e comunico formalmente al Consiglio comunale le mie dimissioni irrevocabili dalla carica di sindaco del Comune di Scafati”. L’amministrazione sarà gestita da oggi in poi dal vicesindaco Giancarlo Fele, l’uomo che nell’ultimo anno – a partire dal primo avviso di garanzia per associazione per delinquere, corruzione e concussione, notificato a settembre scorso – ha fatto ‘scudo’ al primo cittadino. “Dimissioni nell’interesse della città” scrive Aliberti, ma anche nell’interesse di una vicenda giudiziaria che si è fatta ora pericolosa. Non avere più la carica di sindaco potrebbe incidere, non sulla decisione della Cassazione che non valuterà gli elementi intervenuti dopo la decisione del Riesame, ma su un eventuale attenuazione della custodia cautelare in carcere qualora gli ermellini decidano per avvalorare la tesi del Riesame. Un pomeriggio drammatico per la famiglia Aliberti. Il provvedimento del Riesame è stato notificato al primo cittadino dimissionario alla presenza della moglie e consigliera regionale Monica Paolino che nei prossimi giorni potrebbe essere convocata dalla Procura antimafia di Salerno e dal sostituto procuratore Vincenzo Montemurro per essere interrogata su quelle riunioni elettorali della campagna elettorale del 2015 sulle quali i giudici hanno ipotizzato l’ingerenza del clan Loreto-Ridosso. Monica Paolino, destinataria di un avviso di garanzia, insieme al marito e compagno politico di Forza Italia, è la grande ‘assente’ dalla richiesta di arresto e dalla lista degli indagati per questa tranche dell’inchiesta Sarastra, presentata prima al Gip Donatella Mancini, e poi ai giudici del Riesame per l’Appello.
Rosaria Federico