Il gruppo religioso è stato scomunicato pochi mesi fa dal Papa e la circostanza è stata evidenziata dalla procura quando ha chiesto l’archiviazione nei confronti di alcuni giornalisti querelati per diffamazione che si erano occupati del culto proteso a carpire, secondo quanto sostenuto negli articoli, la buona fede dei credenti. Ma la scomunica da parte della Chiesa Cattolica non può essere messa ”a sostegno di accuse infamanti”, ritiene invece la difesa dei promotori del culto. E’ una querelle giuridica quella che si sta sviluppando intorno al gruppo del Bambino Gesù di Gallinaro, una organizzazione religiosa sorta in un paesino laziale e attiva soprattutto nel ‘santuario’ chiamato la Culla del Bambino Gesù. Il primo round è stato vinto dagli eredi spirituali della fondatrice del gruppo, Giuseppina Norcia, ovvero il genero Mario Samuele Norcia e il suo collaboratore Patrick Manfredi: il gip del Tribunale Napoli Nord infatti, accogliendo la richiesta degli avvocati Diego Abate e Attilio Turchetta, che si erano opposti all’archiviazione, ha ordinato al pubblico ministero di formulare i capi di imputazione in vista di un prossimo rinvio a giudizio per diffamazione nei confronti dei giornalisti. Il giudice Stefano Risolo infatti nel motivare la sua decisione sottolinea, tra l’altro, che non è rilevante “l’avvenuta successiva scomunica del movimento religioso ad opera della Chiesa, essendo la qualifica di eresia estranea all’ordinamento giuridico statuale”. Il pubblico ministero nel sostenere che i giornalisti nei loro articoli avevano rispettato i principi di “continenza, verità e pertinenza”, aveva aggiunto che ”il fenomeno è stato oggetto di osservazione della stessa chiesa che aveva sempre mantenuto una posizione di sostanziale neutralità in relazione al nuovo culto fino a prendere definitivamente le distanze dal fenomeno bollandolo con la scomunica”. E il pm aveva anche affermato che il termine ”santone” utilizzato negli articoli assume una connotazione diversa servendo a informare in modo critico ”sulla natura dubbia del movimento religioso, che attualmente è stato definitivamente disconosciuto dalla Chiesa Cattolica e definito eretico”. Una tesi che aveva fatto insorgere l’avvocato Diego Abate il quale nella sua apposizione alla richiesta di archiviazione si era domandato se ”la bolla di scomunica pronunciata da uno Stato straniero nel 2016 può essere essa solo sostegno di accuse infamanti, diverse dall’eresia”.