Sparano nel centro immigrati nel Casertano e ne feriscono due per il presunto furto di un telefonino

 I carabinieri hanno fermato quattro ragazzi italiani a Vairano Patenora in provincia di Caserta perché ritenuti responsabili di un violento raid avvento ieri sera ai danni di alcuni immigrati, quasi tutti del Mali, in un centro di accoglienza della città. Si tratta di Bianco Aldo, cl. 1993, Daniele Nicola, cl. 1996, Pecoraro Vincenzo, cl. 1995 e Caggiano Massimo, tutti del luogo.
I fermati rispondono di lesioni personali e porto d’armi, con l’aggravante della discriminazione razziale. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Capua, tutto sarebbe nato dal presunto furto di un telefonino che secondo gli italiani sarebbe stato commesso da uno dei migranti; “forti” di questa verità i quattro sono andati nell’appartamento che ospitava gli stranieri, armati di spranghe e di una pistola con la quale hanno anche sparato due colpi andati a vuoto con lo scopo di terrorizzare gli stranieri. Il pestaggio è andato avanti per parecchi minuti, poi i quattro se ne sono andati lasciando alcuni immigrati sanguinanti. Uno degli stranieri, condotto in ospedale, ha avuto 25 giorni di prognosi, gli altri se la sono cavata con contusioni e tanta paura.

Alla base della “spedizione punitiva”  nel centro di accoglienza Europa ci sarebbe stato il furto di un telefono cellulare ssubito da Vincenzo Pecoraro per la cui sparizione erano ritenute responsabile le due vittime. Quattro le persone arrestate dai carabinieri, una delle quali, intorno alle 19 di ieri, aveva anche estratto una pistola ed esploso alcuni colpi sul pavimento. Alle 23, in seguito alle indagini condotte dai militari della Stazione Vairano Scalo e dal Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Capua, i quattro sono stati arrestati per lesioni personali, violazione di domicilio, danneggiamento, esplosioni pericolose, porto illegale di arma e discriminazione razziale. Nel corso delle perquisizioni è stata rinvenuta, nascosta in un fossato di un terreno adiacente l’abitazione di uno degli arrestati, la pistola calibro 9×21 completa di caricatore con sette colpi, di proprietà di un cugino dell’indagato. Nel centro di accoglienza sono stati rinvenuti, inoltre, due bossoli e due frammenti di ogiva dello stesso calibro. Le vittime, soccorse da personale del servizio 118 intervenuto sul posto, sono state trasportate presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese, dove sono state giudicate guaribili, rispettivamente in sette e in 25 giorni.


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