“Tiziana ha inviato i video via WhatsApp a quei quattro ragazzi e non so chi abbia fatto girare quelle scene sul web. Io credo che lei li abbia inviati solo a loro e non ad altri”. Sono queste, secondo quanto si apprende, le parole di Sergio Di Palo, l’ex fidanzata di Tiziana Cantone, la ragazza di 31 anni, di Mugnano di Napoli suicidatasi dopo che quei video fecero il giro dei social. Di Palo, difeso dall’avvocato Bruno Larosa, e’ stato sentito per quasi dieci ore, dalle 15 di ieri fino all’una di notte, dai pm della Procura di Napoli Nord che indagano per l’ipotesi di istigazione al suicidio, e dai pm di Napoli che invece hanno aperto un fascicolo per calunnia nei confronti dei quattro ragazzi che sono stati accusati da Tiziana. Di Palo, sentito in qualita’ di testimone, avrebbe inoltre indicato altri nomi ai pm sui quali indagare per capire chi abbia potuto diffondere i video in rete. L’ex fidanzato ha spiegato ai pm di essere stato vicino a Tiziana, di averla amata e aver cercato di minimizzare quanto stava accadendo sul web dopo la diffusione dei video. “Le ho pagato le spese legali e le ho dato una carta di credito”, ha detto ai magistrati. Il legale di Di Paolo, Bruno Larosa, sottolinea poi che il suo assistito non e’ responsabile di alcun reato. “La madre di Tiziana ha detto che era stato Di Palo a plagiarla ma cosi’ non e’. E’ scosso per quanto accaduto”.
Di Palo, secondo quanto riferisce ancora il suo legale, si è mostrato molto arrabbiato con i quattro, che Tiziana denunciò per diffamazione ma sulla cui posizione il pm Milita ha chiesto pochi giorni fa l’archiviazione, proprio perché manca la prova che uno dei quattro possa aver diffuso i video. Il fidanzato di Tiziana racconta che dopo l’invio dei video, Tiziana avrebbe dovuto incontrare qualcuno dei 4, ma non lo fece perché scoprì che si conoscevano; due erano addirittura fratelli. Di Palo ripercorre poi gli ultimi due anni della sua vita, caratterizzati dall’amore per Tiziana e dal tentativo di ridurre il peso che gli effetti morali e materiali della vicenda dei video hanno avuto sulla 31enne, che alla fine non ha retto più e si è suicidata; riferisce di esserle stato vicino nei momenti più brutti, quando i video iniziavano a circolare in rete, pagandole le spese legali e fornendole anche una carta di credito, racconta poi dei rapporti non buoni che la ragazza aveva con la madre Maria Teresa Giglio, di cui peraltro anche quest’ultima aveva in passato riferito.
Sulla vicenda al momento sono aperte tre inchieste: alla Procura di Napoli il sostituto Alessandro Milita è titolare del fascicolo sulla presunta diffamazione compiuta dai quattro ragazzi cui Tiziana inviò i video hot e di quello connesso che mira ad accertare eventuali pressioni esercitate su Tiziana per indurla a querelare i quattro, indicati inizialmente come responsabili della pubblicazione dei video su alcuni siti porno. A Napoli Nord si indaga invece per istigazione al suicidio. Nei prossimi giorni l’ufficio inquirente aversano ascolterà altre persone informate sui fatti.