Torre Annunziata. Cresta sul pedaggio autostradale, la società Autostrade Meridionali sospende cinque casellanti. Rischiano il licenziamento i dipendenti accusati – attraverso un’indagine interna – di aver intascato soldi dei pedaggi autostradali incassati col trucchetto del blocco dei dispositivi elettronici. Tre dei casellanti sono di Torre Annunziata, uno di questi – messo alle strette dall’inchiesta interna – ha tentato anche di togliersi la vita ed è stato salvato dai carabinieri. E’ resa dei conti nella società che gestisce la tratta dell’A3 e i proventi dei pedaggi. Qualche mese fa i primi sospetti attraverso lo studio dell’andamento degli incassi. In alcune occasioni abissale da differenze, fino a 500 euro in meno in un turno di lavoro. E allora, le Autostrade Meridionali hanno deciso di vederci chiaro. Controlli, appostamenti e osservazioni, oltre a filmati e foto hanno permesso alla società di individuare con chiarezza i presunti responsabili degli ammanchi e sono partiti i provvedimenti disciplinari con le contestazioni. Bastava bloccare i dispositivi ottici di passaggio, facendo credere ad un guasto e tutto quello che veniva incassato, finiva direttamente nelle tasche del casellante di turno.
Difficile stabilire il danno alle casse dell’azienda, ma la società ha deciso di fermare la truffa. La vicenda è arrivata anche all’attenzione dei carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata. Per un caso. Uno dei dipendenti sospesi ha provato a farla finita. E con un sms ha scritto alla moglie di essere stato allontanato dal servizio. Scuse, la decisione di farla finita e poi la sparizione. La donna allarmata ha chiamato i militari, disperata che il marito potesse commettere una sciocchezza. L’uomo, 51 anni, moglie e figli, poi, è stato salvato. Ritrovato alla stazione di Napoli, aveva preso dei psicofarmaci. Ma è stato salvato e riportato a casa.