Ankara. “L’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia è una provocazione destinata a danneggiare la relazione tra Ankara e Mosca e a far crollare i tentativi russi di trovare, con Iran e Turchia, una soluzione per la crisi siriana”. Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, in un intervento in tv commentando l’uccisione dell’ambasciatore russo avvenuta davanti alle telecamere alle 19 di oggi pomeriggio. Una raffica di spari alle spalle, poi le urla inneggianti ad Allah: “Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui”. L’ambasciatore russo in Turchia, Andrei Karlov, viene ucciso da almeno 8 colpi di pistola, sparati da un poliziotto turco di 22 anni, Mevlut Mert Altintas, durante l’inaugurazione di una mostra fotografica ad Ankara, dove era entrato mostrando il suo regolare tesserino di agente. Nella sparatoria, vengono ferite almeno altre 3 persone. Le forze speciali turche intervengono con un blitz, in cui il killer viene ucciso a sua volta. Un clamoroso omicidio in diretta, davanti alle telecamere e agli occhi di decine di invitati, che rischia di avere pesanti ripercussioni sui rapporti tra Turchia e Russia, da poco ricuciti dopo l’abbattimento del jet di Mosca al confine siriano nel novembre 2015. Dopo l’agguato, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha subito chiamato il suo omologo russo Vladimir Putin. Ankara condanna il “vile atto terroristico”. “Non permetteremo che questo attacco oscuri l’amicizia tra Turchia e Russia”, assicura il ministero degli Esteri. Poco prima, confermando la morte dell’ambasciatore, Mosca aveva parlato di “un giorno tragico per la diplomazia russa”. Sono circa le 19 ad Ankara quando Karlov sta tenendo il suo discorso inaugurale alla mostra ‘La Russia attraverso gli occhi dei turchi’ alla Galleria d’arte contemporanea nel centro di Ankara, uno dei primi eventi pubblici a cui aveva deciso di partecipare dopo la normalizzazione dei rapporti diplomatici. Giacca e cravatta nere, impeccabile camicia bianca, il killer tira improvvisamente fuori la pistola e comincia a sparare. Nella sala è il panico, i presenti si danno alla fuga. “Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria”, urla Altintas, diplomatosi nel 2014 all’accademica di polizia Rustu Unsal di Smirne e da allora in servizio nei reparti antisommossa. Il blitz delle teste di cuoio non gli lascia scampo. Ma per la credibilità della sicurezza turca è un colpo letale. Le ipotesi sono molte, dal lupo solitario all’agguato pianificato da una cellula estremista all’interno delle stesse forze di sicurezza, lo ‘Stato profondo’ spesso evocato in Turchia. Si indaga anche su un possibile ‘sabotaggio’ della presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Ma il giovane poliziotto era ancora in servizio, nonostante le purghe di migliaia di agenti dopo il fallito colpo di stato. Poche ore dopo l’attentato sono state arrestate anche la mamma e la sorella dell’attentatore.
L’attentato è giunto dopo giorni di proteste di massa ad Ankara e Istanbul contro le rappresentanze diplomatiche di Russia e Iran, accusate dai manifestanti anche di essere responsabili della mancata evacuazione di civili nei giorni scorsi da Aleppo est. Sposato con un figlio, il 62enne Karlov era un diplomatico di carriera, alla guida dell’ambasciata ad Ankara dal luglio 2013. La sua tragica morte rischia anche di complicare la già fragile tregua ad Aleppo. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha appreso dell’omicidio mentre era in volo proprio per Mosca, dove domani è in programma un vertice trilaterale sulla Siria tra Russia, Turchia e Iran. L’omicidio dell’ambasciatore Andrey Karlov scuote la Russia. Il volto serio e le parole accorate della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, descrivono perfettamente lo stato d’apprensione con cui il paese segue quel che è successo. Ma a sintetizzare la posizione di Mosca su questo crimine è soprattutto la definizione che ne dà Zakharova: “un atto terroristico”. L’assassinio appare come una sorta di tentativo di vendetta per l’intervento russo in Siria e arriva pochi giorni dopo che le truppe di Assad sostenute da Mosca hanno conquistato la martoriata Aleppo in un’operazione in cui sono state denunciate gravissime violazioni dei diritti umani. Ma anche in un momento in cui Putin ed Erdogan sembrano aver trovato una via verso il compromesso sul conflitto siriano e i rapporti tra Russia e Turchia sono decisamente meno tesi di quanto non fossero appena sei mesi fa. “Il terrorismo non passerà”, ha dichiarato in tv Zakharova annunciando la morte di Karlov e lodando il diplomatico ucciso ad Ankara come “un uomo che ha fatto tanto contro il terrorismo”. Poi ha annunciato con voce decisa che Mosca ha intenzione di sollevare la questione lunedì al Consiglio di sicurezza dell’Onu per un dialogo “franco e onesto” su quanto avvenuto. L’omicidio è stato subito condannato fermamente dalla comunità internazionale. E’ sempre la portavoce del ministero degli Esteri russo a sottolinearlo: “Cominciano ad arrivare i messaggi di condoglianze alla Russia per l’omicidio dell’ambasciatore russo in Turchia. Uno dei primi è arrivato dall’Ue tramite Federica Mogherini”. Ma anche il dipartimento di Stato americano ha condannato severamente “questo atto di violenza, qualsiasi sia la sua fonte”.