Bimbo venduto per 9 mila euro: a processo la mamma di Torre del Greco e la trans napoletana legata alla camorra

Vendette il figlio di soli 7 mesi  per meno di 10mila euro a una coppia benestante residente  di Settimo Milanese: fissato il processo contro la mamma, una giovane 22enne di Torre del Greco, accusata dal pm di alterazione dello stato civile di un neonato. Alla sbarra dinanzi al gup del Tribunale di Torre Annunziata, Maria Concetta Criscuolo, ci sarà anche la intermediaria trans, che sarebbe legato alla camorra napoletana. Il “compratore”, invece, ha già patteggiato la sua pena.
La storia,  si è svolta tra Torre del Greco, Giugliano, Terzigno e Napoli. Il bambino nasce a settembre del 2013, all’ospedale di Boscotrecase. La mamma ha 19 anni, risiede a Torre del Greco, dove viene registrato l’atto di nascita con una paternità naturale fittizia. Il compagno, nel frattempo, è finito in carcere. Lei non sa come vivere, si sistema in alloggi di fortuna a Giugliano e Terzigno, vive per un periodo in vagoni abbandonati, poi per un periodo viene ospitata in un alloggio di fortuna dall’ex cognato. Poi, l’incontro con un napoletano 56enne, che le propone la vendita del bambino per sistemare le sue questioni economiche. L’uomo conosceva una coppia di Settimo Milanese, originaria della Campania, che aveva il desiderio di avere un figlio. Il prezzo stabilito in 9mila euro. Ad aprile 2014 lo “scambio” alla stazione ferroviaria di Napoli. Poi ha un ripensamento. Rivede il bambino e decide di denunciarne la scomparsa ai carabinieri, raccontando una storia che si rivela assurda. Partono le indagini e viene fuori uno scenario molto particolare. Tra intercettazioni e verifiche, emerge che la giovane aveva fatto attestare al Comune una paternità fasulla per il piccolo, dandogli il suo cognome e facendolo risultare come figlio di una relazione extraconiugale. Solo in un secondo momento, poi, ven- gono fuori i “compratori”, tramite un mediatore 56enne, truffatore seriale arrestato in passato per aver venduto finti posti di lavoro.
Il “papà” che l’aveva comprato ha patteggiato una condanna, con pena sospesa, visto che si tratta di un incensurato. Ora il piccolo che ha quasi tre anni è ospitato in una casa famiglia in attesa di adozione.


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