Camorra: fine pena mai per i killer di Miano, 16 anni al boss pentito Carlo Lo Russo

Mano pesante del gup Claudia Picciotti nei confronti degli uomini di vertice del gruppo di Miano vicino al boss Carlo Lo Russo, pentito da quattro mesi. Il giovane killer Luigi Cutarelli e il suo fiancheggiatore Mariano Torre, nipote diretto di Lo Russo, sono stati infatti entrambi condannati all’ergastolo per l’omicidio di Pasquale Izzi il rapinatore seriale ucciso il 29 marzo in via Janfolla a Miano proprio sotto casa del boss mentre stava per rientrare in carcere dopo un permesso premio. Nessuna riduzione di pena in abbreviato neanche dopo le confessioni e le scuse in aula di Cutarelli alla famiglia della vittima e le accuse di “plagio” nei confronti del boss Carlo Lo Russo. Mano pesante anche per Anna Serino, la moglie del boss Carlo, e per il nipote Domenico Cerasuolo, hanno invece rimediato vent’anni di carcere per favoreggiamento.

Condannato anche il boss pentito Carlo Lo Russo: 16 anni di carcere, così come aveva chiesto il pm sottolineando che lo spessore criminale dell’imputato e la gravità del reato contestato non consentivano di concedere la pena minima ma solo le attenuanti della collaborazione per le dichiarazioni che l’ex boss sta rendendo agli 007 dell’Antimafia. Lo Russo è accusato di aver ordinato la morte di Izzi. Il movente lo ha spiegato egli stesso, da pentito: “Non l’ho fatto ammazzare perché mi stava antipatico ma perché avevo saputo che aveva fatto la filata per farmi uccidere rivelando a persone che erano in carcere con lui, e mi volevano morto, che la mattina andavo a correre. Mi impressionai e decisi di ucciderlo approfittando di quando Izzi tornò a casa per un permesso”.

Izzi, infatti, era detenuto nel carcere di Avellino e aveva ottenuto un permesso di cinque giorni per trascorrere Pasqua in famiglia. Fu ucciso a pochi metri dalla sua casa, di mattino presto, mentre stava per rientrare in carcere. La sentenza ha lasciato interdetti i familiari degli imputati che speravano in un verdetto più clemente. Baci, rabbia e lacrime dopo le condanne. I due imputati indicati come killer sono molto giovani, appena ventenni. «Anche l’età è inquietante – aveva sottolineato il pm nel suo duro atto d’accusa». Hanno l’aria da «bravo ragazzo» ma disposti a uccidere per il loro capo, come lui ha ordinato, con dieci colpi e la «mazzetta», cioè il colpo di grazia.

 

 


Articolo precedenteCamorra, la guerra delle piazze di spaccio non si ferma: pusher ferito gravemente in un agguato
Articolo successivoCommercio illegale di farmaci, quattro arresti nel Napoletano