Ci sarebbe un filo rosso sangue che parte da Scampia e arriva fino a Crispano e che collegherebbe le due vittime di camorra della giornata di domenica. Il boss emergente della Vanella Grassi, Francesco Angrisano “Ciopetto” ucciso domenica pomeriggio con una sventagliata di mitraglietta aveva avuto contatti con la vittima di Crispano, il ras Mauriello Pistilli, legato al clan Cennamo. Ma non solo Angrisano infatti il giorno prima si era incontratto con l’altro referente del vertice della Vanella Grassi, quel Vincenzo Maione, referente della piazza di spaccio del rione Berlingieri, arrestato nella serata di sabato insieme con il nipote mentre girava in auto per le strade di Scampia con un revolver nella cintola dei pantaloni, la droga da piazzare e ben 5mila euro in contanti. I due ras emergenti venerdì scorso si sarebbero incontrati a Scampia per decidere la linea da seguire in merito ad alcuni problemi nati con gli uomini della Masseria Cardone. Al centro dei dissidi tra i due gruppi, il mercatino del rione Berligieri. Una zona commerciale che da sempre è sottoposta ad un racket sistematico di tutti i clan dell’area nord che si sono divisi ovviamente la “piazza” convivendo senza troppi problemi. Nelle settimane scorse, con l’avvicinarsi del Natale, sarebbero però nate delle tensioni con i referenti dei Licciardi. Tutto questo scenario complicato crea un puzzle investigativo dentro il quale si stanno muovendo gli investigatori per dare una spiegazione ai due omicidi che a questo punto sembrano sempre più legati tra di loro.
Angrisano infatti aveva avuto contatti con personaggi del clan di Antonio Cennamo, detto “Tanuccio o malommo”. E Mauriello Pistilli negli ultimi tempi, dopo un periodo di autoesilio dal clan, era diventato il nuovo referente dei reduci della cosca dei Cennamo per quel che riguarda il traffico di droga stringendo appunto alleanze con la Vanella-Grassi. L’idea era quella di portare nei comuni di Crispano, Cardito, Frattamaggiore, Frattaminore e parte di Afragola e Acerra quanta più droga è possibile sul mercato per battere la concorrenza del potente clan di Francesco Pezzella, detto “pane e grano”. La cosa ha indispettito non poco il boss frattese con collegamenti strettissimi con Scampia, ed in particolare con le piazze di spaccio dei Sette Palazzi: gestite non a caso da uno dei fratelli del luogotenente di Francesco Pezzella, stretto alleato con gli scissionisti della prima ora con i quali c’è un mutuo scambio di killer, armi, soldi e droga e soprattutto della “logistica” riferita ai laboratori per il confezionamento delle dosi di stupefacenti. Ora gli inqurenti alla luce di questi risultati investigativi vogliono capire se i due omicidi sono collegati. L’omicidio di Mauro Pistilli sarebbe stato portato a termine da un killer solitario che avrebbe indossato vestiti da donna per non destare sospetti nel garage del condominio dove l’uomo è stato ucciso. Questa circostanza ha rimandato nella memoria il triplice omicidio delle prime tre vittime della faida di carbonizzati, Ciro Scarpa, Aniello Montini e Vincenzo D’Ambrosio, affiliati a “Tanuccio o malommo”, uccisi un un’auto nella periferia di Caivano. Le telecamere di sorveglianza di un’azienda ripresero uno dei killer che indossava abiti femminili.