Camorra, gli omicidi di Scampia e Crispano e il ricordo della “faida dei carbonizzati”

I due omicidi di domenica, quello di Scampia dove è caduto, Francesco Angrisano “Cioppetto”  uno dei reggenti dells Vanella-Grassi e quello di Crispano in cui è stato ucciso il referente del clan Cennao, Mauro Pistilli ha fatto ritornare alla mente degli investigatori  ma anche degli esperti cronisti di nera la famosa “Faida dei carbonizzati” che due anni insanguinò, o per megliò dire “infiammò” il rione Salicelle di Afragola e il Parco Verde di Caivano, per la cui conquista criminale gli scissionisti sfrattati da Scampia dalle cinquecento piazze di spaccio lasciate ai girati non esitarono a scatenare l’inferno. Lo ha ricordato Il Mattino con una analisi delle croci e dei morti ammazzati nel 2014 segnati da momenti di un orrore criminale non visto neanche durante la famosa prima faida di Scampia. Morti ammazzati e dati alle fiamme, esecuzioni “pubbliche”, sotto gli occhi di decine di persone nei quartieri della ricostruzione del dopo terremoto, che anche dopo venti e più anni hanno mantenuto contatti e alleanze con tutti i clan di Napoli, e in particolare con quelli di Scampia.  Si comincia con un triplice omicidio. Il 17 febbraio 2014 a Caivano vengono trovati i corpi di due affiliati al clan Cennamo, uccisi e dati alle fiamme. Sono Vincenzo Montino e Ciro Scarpa detto pallino, questi ultimi autista e guardaspalle di Aniello Ambrosio , trovato dopo  giorni dopo Grumo Nevano completamente carbonizzato a bordo di una Multipla. Le immagini di una telecamera di videosorveglianza di un’azienda riprese due sagome femminili uscire dalla Punto dove si era consumato il duplice delitto, prima che la vettura fosse avvolta dalle fiamme. Il 3 marzo a Casandrino viene ucciso e bruciato Stefano Forte. Quattro corpi carbonizzati a firma del cartello Scissionisti-Rione Salicelle. I senatori dei Moccia rispondono a modo loro, con il raid in un centro estetico di Arzano per ammazzare Ciro Casone. Sotto i colpi resta ucciso anche Vincenzo Ferrante, vittima innocente. E l’8 marzo viene ammazzato Gennaro Caliendo, il 14 Andrea Castello, mentre scompare il suo amico Antonio Ruggiero. Infine Francesco Fattoruso, sesto morto carbonizzato. Il 25 aprile ucciso Mattia Iavarone, boss della droga del Parco Verde, capace di “trattare” da due a tre milioni di euro a settimana. La vittima era appena uscita da una riunione di chiarimento in un appartamento del rione Salicelle, caduto completamente nella mani degli scissionisti del gruppo BizzarroBarbato. Ultimo morto ammazzato, Vincenzo Amaro, ucciso in un cortile del parco Verde mentre alcuni ragazzini giocavano a pallone. Era il mese di agosto del 2014. Due anni dopo, la mattanza sembra essere ripresa lungo l’asse Crispano-Scampia con i due omicidi di domenica.


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