“Più pazzo di mio figlio Michele non esistono a Nocera, non si muove una virgola a Nocera se non lo sa Michele”: Anna Fedele la madre di Michele Cuomo, arrestato nei giorni scorsi perché ritenuto alla guida di un clan dedito allo spaccio, tesse le ‘lodi criminali’ del figlio. E Michele Cuomo boss di ‘rispetto’ lo era diventato da tempo, secondo gli inquirenti. Tanto di rispetto che a lui come a Mario Passamano e Antonio De Napoli si rivolgono numerose persone per vertenze insorte con altri delinquenti. E Michele Cuomo interviene. Lo fa anche in un episodio che gli inquirenti non sono ancora riusciti a chiarire del tutto, allorquando interviene per aiutare ‘zio Alfonso’ un uomo di Nocera Inferiore che viene pressato da alcuni scafatesi per la restituzione di un debito dell’ex genero, contratto per aprire un pub ad Angri. A svelare l’episodio una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali, registrate tra maggio e giugno scorso. Sono gli scafatesi a chiedere l’intervento di Michele Cuomo nei confronti di zio Alfonso e del figlio, vittime a loro volta di una truffa da parte di G. C. l’ex fidanzato della figlia dell’uomo. Gli amici di Scafati volevano recuperare un credito di 150mila euro utilizzato per aprire un pub ad Angri.
La situazione era particolare poiché i creditori scafatesi avrebbero potuto anche compiere azioni violente nei confronti del giovane debitore: “Lo fanno male, lo mandano in ospedale, gli spezzano le cosce, mani e braccia. Lo vogliono pure sparare” dice Cuomo parlando della situazione. Quando l’aspirante boss comincia a capire cosa sta accadendo emerge che i nocerini sono stati truffati dal giovane che – allora fidanzato con la figlia di Zio Alfonso – si era fatto prestare circa 70mila euro, in due tranche e poi aveva interrotto il fidanzamento. Cuomo convoca, allora, l’ex fidanzato e gli impone di onorare il debito contratto con gli scafatesi e garantito dall’ex suocero. A giugno Michele Cuomo chiama ‘zio Alfonso’ e gli dice che la vicenda è chiusa e che chiunque dovesse chiamarlo doveva dire ‘rivolgetevi a mio nipote Michele”.
Questo episodio, uno dei tanti registrato dagli inquirenti nel corso delle indagini, secondo il giudice denoterebbe il carisma criminale di Cuomo – ex componente del clan Contaldo di Pagani – e nell’ultimo biennio assurto a novello capo camorra a Nocera Inferiore e non solo.