Quarta udienza del processo per la morte della piccola Fortuna Loffredo, gettata a 6 anni dal terrazzo di una palazzina popolare del parco Verde di Caivano il 24 giugno di due anni fa per aver detto ‘no’ al suo ‘orco’. I testi d’accusa che sfilano in aula aggiungono tasselli sempre piu’ agghiaccianti a una storia di abusi su minori che nessuno vorrebbe mai sentire. Dopo le rivelazioni nella scorsa udienza del medico legale sul fatto che la bimba era cosciente quando e’ stata scaraventata giu’ dall’ottavio piano, ora e’ il ginecologo incaricato dalla perizia post mortem a raccontare, nell’aula 116 del nuovo palazzo di Giustizia a Napoli, dettagli che aggigono orrore all’orrore. Fortuna, detta in famiglia Chicca, “subiva violenze e abusi da almeno un anno e reiterati”, violenze che lasciavano “segni visibili a occhio nudo”.”Mai visto tale scempio su una bimba in 46 anni attivita'”, precisa lo specialista, Giuseppe Saggese, tanto che la bambina soffriva di “incontinenza fecale”. Seduto nella sua gabbia c’e’ l’unico imputato per omicidio e violenza sessuale, Raimondo Caputo, l’uomo che conviveva con la madre della migliore amica di Fortuna, Marianna Fabozzi, anche lei alla sbarra in questo processo ma per favoreggiamento, avendo saputo e taciuto delle violenze di Caputo anche ai danni delle sue tre piccole figlie. Lei ha il volto impassibile, come sempre.