Corruzione, arrestato gip: riceveva forniture domestiche in cambio di favori processuali

Utilità, come la fornitura di stoviglie, un computer, l’uso di furgone per un trasporto, in cambio di favori, come l’interessamento sull’andamento di alcuni procedimenti penali. E’ questa l’accusa mossa dai pm di Roma Paolo Ielo e Stefano Rocco Fava al gip di Tempio Pausania Vincenzo Cristiano, 48 anni originario di Napoli posto oggi agli arresti domiciliari per corruzione (ma piazzale Clodio aveva chiesto il carcere) insieme con gli imprenditori Umberto Galizia e Manuel Spano. L’inchiesta ha preso le mosse in Sardegna a seguito di pressioni esercitate da Cristiano, è detto nell’ordinanza firmata dal gip Giulia Proto, ai carabinieri di Olbia dopo un controllo fatto da questi ultimi nei confronti di una società che gestisce un ristorante a San Teodoro, la Farvic, della quale Cristiano era socio. Ciò, insieme con l’interessamento del magistrato per eventuali procedimenti in cui fossero coinvolti Galizia e Spano, ha fatto scattare il procedimento della procura di Tempio Pausania ed il trasferimento dello stesso a Roma, la quale è competente per ipotesi di reato attribuibili a magistrati sardi. Cristiano, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, conobbe Spano dopo aver disposto nei suoi confronti un provvedimento di dimora nell’ambito di una vicenda di stalking. La corruzione contestata a Cristiano verte sulla fornitura, da parte di Galizia, di stoviglie per il ristorante di San Teodoro, l’uso di un immobile a Olbia e l’agevolazione per l’acquisto di una Smart a 1.500 euro a fronte dell’originario prezzo di 8.000. Da Spano il gip avrebbe ricevuto un computer e l’uso di un furgone per il trasporto di merci dalla Sardegna a Napoli, città di origine del magistrato. Nell’ambito dell’inchiesta è emerso che uno dei soci della Farvic (le cui quote di Cristiano furono cedute al fratello avvocato dopo il controllo dei carabinieri) è Cristian Ambrosio, coinvolto in indagini per droga. Secondo quanto indicato nell’ordinanza, il gip di Tempio Pausania avrebbe avvicinato il pm Ginevra Grilletti, titolare di un fascicolo su Ambrosio, annunciandole che doveva parlarle di un suo procedimento. “Avevo capito che si trattava di un suo amico – ha dichiarato la pm al procuratore di Tempio Pausania – e sono andata a dirgli di non permettersi più di parlarmi di cose mie di lavoro”

“Emergono pacificamente gravi indizi di colpevolezza a carico degli odierni indagati”. Così il Gip del tribunale di Roma, Giulia Proto, nelle 34 pagine di ordinanza di custodia cautelare che ha fatto finire ai domiciliari il giudice Tempio Pausania Cristiano Vincenzo, 48 anni originario di Napoli, assieme agli imprenditori Manuel Spano, 38 anni di Olbia, e Umberto Galizia, di 45 di Napoli. Il giudice, in servizio negli uffici galluresi in qualità di Gip e Gup, è sotto inchiesta per corruzione in atti giudiziari e corruzione e corruzione per l’esercizio delle funzioni per aver “percepito indebite utilità sia da Galizia Umberto che da Spanu Manuel con la finalità di favorirli”, si sottolinea nell’ordinanza. Non c’è però la prova che Vincenzo conoscesse Galizia quando ha adottato alcuni atti nei suoi confronti. “E’ evidente che le utilità – scrive il Gip – debbano essere messe in relazione alla successiva condotta di disponibilità da parte del giudice per eventuali possibili futuri vantaggi”. Nessun passaggio di denaro, dunque, tra il giudice e altri due indagati, ma una serie di regalie in cambio di favorire Spano e Galizia nei procedimenti penali in cui si fossero trovati coinvolti. Spano, in particolare, era stato assolto dal giudice di Tempio dall’accusa di stalking, “omettendo di astenersi – si legge ancora nell’ordinanza – nonostante il rapporto di amicizia che legava i due”. Lunga la lista dei ‘regali’ ricevuti dal giudice e accertati durante le indagini grazie anche a intercettazioni ambientali e telefoniche: stoviglie per un ristorante a San Teodoro del quale Cristiano Vincenzo era socio; l’utilizzo di un immobile a Olbia; l’acquisto a prezzi stracciati di una Smart; un Pc Apple; il prestito di un furgone per il trasporto da Napoli alla Gallura delle merce fornita per il ristorante; la restituzione della refurtiva rubata in casa del giudice indagato.


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