Delitto delle Fornelle a Salerno: chiesto il processo per i due fidanzati. I due fidanzati programmarono l’omicidio

Delitto delle Fornelle: richiesta di rinvio a giudizio per i due fidanzati. Luca Gentile dovrà rispondere di omicidio volontario, mentre la fidanzata Daniela Tura De Marco, figlia di Eugenio la vittima, di concorso morale nell’omicidio. La svolta pochi giorni fa, dopo un lungo interrogatorio di Luca Gentile in carcere per l’omicidio del suocero

Il pubblico ministero, Elena Guarino, ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per i fidanzati delle Fornelle lasciando immutate le accuse, già formalizzate nei mesi scorsi. Il lungo interrogatorio di Luca Gentile, alla presenza degli avvocati Enrico Lizza e Luigi Gassani, per tentare di spiegare per l’ennesima volta che il delitto non era stato premeditato ma scaturito dall’ennesimo litigio, non ha convinto il pubblico ministero. Secondo la Procura, Luca Gentile e Daniela Tura De Marco, si sarebbero ‘liberati’ del genitore di lei che faceva continue pressioni sulla coppia e avances sessuali nei confronti del ragazzo. Daniela avrebbe sostenuto la volontà del fidanzato 22enne di uccidere il suocero di 62 anni.  Per la difesa di Gentile sarebbe stato un eccesso di legittima difesa, ma una tesi che non regge per la Procura anche alla luce della fitta messaggistica rinvenuta sui cellulari della coppia di fidanzati e in particolare per quell’emoticon del coltello inviata la notte dell’omicidio. Chiaro messaggio che tra i due c’era un’intesa. Nel corso delle indagini sono state acquisite le conversazioni avvenute poco prima che Gentile raggiungesse il suocero nell’appartamento di piazza Matteo D’Aiello e anche quelle intercorse subito dopo l’omicidio, quando i due ragazzi si scambiavano effusioni programmando – all’apparenza finalmente sollevati – il loro momento di sesso. Da quei whatsapp emergono i consigli preventivi di Daniela, che suggerisce a Luca di cancellare i messaggi per non lasciare indizi, e il monito di lui a “stare zitta”, mantenendo il segreto. Luca Gentile inoltre, proprio la mattina dell’omicidio, invitava la fidanzata a chiamare sul cellulare del padre o a inviargli messaggi in modo che potesse trovarsi una sorta di alibi. “Prima di chiamarli (i carabinieri, ndr), fai un sacco di telefonate a tuo padre” le raccomanda, suggerendo di precisare al centralinista che Eugenio Tura era solito alzare il gomito. Alle 19,40 del 20 febbraio scorso, Daniela Tura De Marco chiama il 112 spiegando che il padre non le risponde al telefono. L’uomo, si stabilirà con l’esame autoptico, era morto la sera prima per una coltellata che gli aveva bucato l’arteria femorale. Per la Procura, la 24enne delle Fornelle, difesa dall’avvocato Antonietta Cennamo, sapeva benissimo che il padre era morto la sera prima. L’udienza preliminare sarà fissata dinanzi al giudice Stefano Berni Canana tra pochissimi mesi. La difesa si riserva di chiedere riti aternativi. 


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