Delitto di Chiaia: trovate l’arma del delitto e gli indumenti dell’assassino. I dubbi sull’alibi del fratello

Delitto di Chiaia: ci sono tutti gli elementi per un “Crime” stile serie Tv ma manca ancora la prova defintiva. Eppure l’indagato, al momento solo come atto dovuto per effettuare l’autopsia ed altri esami irrepetibili come le perquisizioni e l’acquisizioni di materiale dlla sua abitazione, ovvero Luca Materrazzo sembra “incastrato”. E’ lui l’assassino dell’ingegnere Vittorio Materazzo, suo fratello? Si difende l’indagato: “Sono innocente e pronto a collaborare con i magistrati come del resto ho fatto finora. Sono dispiaciuto che si possa anche solo pensare che io sia coinvolto nell’uccisione di mio fratello con il quale avevo buoni rapporti”.

I SEQUESTRI-Eppure per tutta la giornata di ieri c’è stato un susseguirsi di indizi venuti fuori. Intanto nella sua abitazione sono stati sequestrati un asciugamani, una chiavetta Usb, il cellulare. I poliziotti della Squadra Mobile di Napoli su ordine della Procura della Repubblica hanno anche effettuato tre tamponi per l’esame del Dna. In particolare le indagini si concentrano sulle tracce biologiche presenti su un asciugamano trovato a casa di Luca Materazzo.  Tracce biologiche che saranno comparate con quelle trovate sotto le unghie della vittima colpita martedì sera sotto casa, in via Maria Cristina di Savoia a Chiaia da sei coltellate, di cui una mortale alla carotide.

LE INDAGINI- L’indagine è delicata e si procede con cautela. Gli investigatori sono convinti che nell’omicidio di Vittorio Materazzo ci sia stata premeditazione. L’assassino infatti aveva pianificato tutto.

IL TESTIMONE-C’è un testimone che lo ha seguito attraverso le scalette che conducono nella piazzetta che ospita la stazione della Cumana, fino a percorrere una parte di corso Vittorio Emanuele. Poi l’uomo ha avuto paura visto che l’assassino era armato di coltello e si è fermato. Invece l’assassino ha proseguito fino alla zona dei giardinetti.

L’ARMA DEL DELITTO E GLI INDUMENTI- E’ nella zona dei giardinetti indicata dal testimone che gli investigatori hanno trovato il casco, usato dall’assassino per celeare la sua identità, ma anche il coltello usato per uccidere il 51enne. E non solo E poi in una specie di vicolo che degrada verso vico Santa Maria della Neve, gli inquirenti hanno trovato alcuni indumenti: sono dell’assassino, hanno tracce di sangue. Poi quell’asciugamani usato per pulire l’arma, ma anche lo stesso pugnale usato dall’assassino. Possibile a questo punto che in questa zona l’assassino avesse lasciato una busta da usare per cancellare le tracce e indossare altri indumenti, prima di affrontare il rientro a casa come un normale pedone. Perciò la premeditazione. Tutto pianificato quindi. L’assassino aveva studiato il percorso e la via di fuga.

IL RACCONTO DI LUCA– L’indagato ha sostenuto davanti agli inquirenti che tra le 19 e le 20 di lunediÌ€ scorso era in un bar a vedere la partita del Napoli, ma non è stato molto convicente perché non ha saputo indicare il posto preciso. Ha piccole ferite sulla mano sinistra e a tale proposito ha spiegato agli investigatori di eserli procurati tagliando una mela. Anche questa risposta è poco convincente. E poi aveva vestiti e scarpe più larghe rispetto alla sua taglia, un particolare che ha insospettito gli inquirenti fin dal primo momento. Anche  se i suoi legali hanno spiegato che era usuale per lui vestire così.

Intanto è slittata a questa mattina l’autopsia sul corpo dell’ingegnere Vittorio Materazzo. Si tratta del secondo rinvio visto che l’esame era stato fissato per ieri pomeriggio. Forse sul corpo della vittima potrebbero essere presenti ulteriori elementi utili alla risoluzione del caso e quindi si procede con cautela.


Articolo precedenteIn 10mila per l’ultimo saluto al Boss delle Cerimonie. Fiori anche dalla compagna di Berlusconi. LA FOTOGALLERY COMPLETA
Articolo successivoPizzo a un commerciante: arrestati due esponenti del clan Lo Russo