Domani il gip decide sul fermo dell’imprenditore “sceriffo” che ha ucciso il pregiudicato

Il gip di Nola deciderà domani sulla convalida del fermo per omicidio volontario di Vincenzo La Gatta, 47 anni, di Pomigliano d’Arco, imprenditore e titolare di una azienda per componenti aeronautiche. Sui social nonostante sia Natale si è scatenata una battaglia suon di post tra colpevolisti e innocentisti.
La Gatta è accusato di aver ucciso il pregiudicato Giuseppe Di Marzo, 35 anni, nella notte tra il 23 e il 24 dicembre a Pomigliano d’Arco. In base alle testimonianze raccolte dai carabinieri, Di Marzo è entrato in un resort infastidendo i clienti. I dipendenti della struttura lo hanno allontanato, ma all’esterno il pregiudicato si è imbattuto nel titolare del resort, che era in compagnia del suo amico La Gatta. Il proprietario del resort avrebbe affrontato Di Marzo: ne è scaturita una lite, e La Gatta si sarebbe frapposto fra i due brandendo la sua pistola regolarmente detenuta. Dall’arma è partito un proiettile che ha centrato alla tempia Di Marzo.
Secondo La Gatta il colpo è partito accidentalmente, ma gli inquirenti non hanno dato credito alla sua versione.Vincenzo La Gatta è alla guida dell’omonima impresa di famiglia, fondata nel 1920 dal nonno, che produce componentistica per il settore aeronautico. In città è noto soprattutto per la sua attività imprenditoriale, ereditata da suo padre e suo nonno, due figure rimaste nel cuore dei dipendenti della Srl di cui Vincenzo La Gatta è Chief Executive Officer. Sposato, con figli, il 47enne deteneva regolarmente la pistola con la quale ha ucciso il pregiudicato. La Gatta a dicembre dello scorso anno fu al centro di una polemica con i pacifisti della città, a seguito della decisione di far restaurare, e quindi donare e far installare, nella rotonda di Viale Impero che porta alla zona industriale di Pomigliano, un Fiat G-91, realizzato negli anni ’50. L’imprenditore ha donato anche altri componenti realizzati nella propria impresa, che ornano diverse aiuole della città, ”adottate” in cambio dello spazio pubblicitario messo a disposizione dal Comune.

 

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