Chiesti oltre 150 anni di carcere per l’omicidio di Antonio Papale, fratello del boss Mario ucciso a Ercolano il 10 febbraio del 2007 anella sanguionosa faida di camorra tra i Birra-Iacomino e gli Ascione-Papale. Il procuratore generale nella sua requisitoria ha chiesto per Stefano Zeno, Francesco Zavota e Michele Chierchia, 30 anni; Vincenzo Bonavolta (affiliato al clan Lo Russo), 16 anni; Ciro Uliano, quattordici anni; Francesco Ruggiero, 12 anni; Raffaele Perfetto (famiglia Lo Russo), 16 anni; Michele De Crescenzo, 10 anni. A processo c’è la cupola dei clan Birra-Iacomino di Ercolano, Chierchia “fransuà” di Torre Annunziata e i Lo Russo “capitoni” di Miano”, cosche alleate all’epoca della sanguinosa guerra tra clan che ha se minato terrore nelle strade di Ercolano. Per l’omicidio di Antonio Papale, fratello dei boss di vico Moscardino massacrato mentre era a bordo della sua auto davanti all’ufficio postale.
Secondo quanto emerso dal le indagini dell’Antimafia Papale venne ucciso senza pietà davanti alla roccaforte del clan dei “catanesi”, perché ritenuto coinvolto – dai boss – nell’omicidio di Giuseppe Infante, parente di Giovanni Birra e Stefano Zeno, i padrini della cosca. L’omicidio venne decretato dai Birra ed eseguito dai killer in prestito dei Lo Russo di Miano. Nello stesso giorno, a Terzigno, furono massacrati i fratelli Marco e Maurizio Manzo, uomini ritenuti vicini agli Ascione-Papale e anche loro considerati coinvolti nell’omicidio di Giuseppe Infante. A commettere questo delitto, sempre secondo gli investigatori – sarebbero stati dei sicari dei Gionta, altro clan alleato dei Birra. La morte di Antonio Papale – secondo la ricostruzione storica della Dda – rappresenta uno snodo cruciale della guerra di camorra che fino al 2010 ha seminato morte e terrore nelle strade di Ercolano. L’omicidio, infatti, segna la definitiva discesa in campo – nella faida – dei Papale che saranno alleati degli Ascione, formando la federazione criminale che si contrapporrà ai Birra-Iacomino per 3 anni.