Era il pizzo di Natale. Puntuale, senza slittamenti. Sono cominciate le richieste: “Cinquecento euro per gli amici di Miano e per le famiglie dei carcerati. Torniamo domani, facci trovare i soldi”. Ma all’appuntamento il giorno dopo c’erano i militari della compagnia Vomero. E per i due “signori del pizzo” sono scattate le manette. La sorpresa dei militari è stata che uno dei due è un giovanissimo incensurato di appena 17 anni, appartenente a una famiglia che non ha mai avuto contatti con la criminalità organizzata. Il ragazzo fino a pochi mesi fa lavorava come aiutante in una polleria. E’ stato licenziato e ha comimnciato a frequentare pregiuidcati di Piscinola, il suo quartiere. Lo stesso quartiere del complice arrestato con lui: Antonio Avolio, 25 anni, pregiudicato. I due si erano presentati a nome del clan Lo Russo. Ma il coraggio dell’imprenditore e la bravura dei carabinieri, visto che i due prima di farsi ammanettare hanno tentato la fuga e ingaggiato una collutazione con i militari, ha messo fine alla loro carriera criminale.Gli investigatori sostengono che questo arresto è doppiamente importante. In primo luogo perché spiega come i reduci del clan Lo Russo si stiano riorganizzando reclutando anche giovani leve per tornare ad assumere un completo controllo del territorio. E poi perché il “pizzo di Natale” rappresenta un sostentamento importante sia per gli affiliati sia per le famiglie dei loro fedelissimi finiti in galera.
(nella foto Antonio Avolio)