La “Vergogna di Brexit”: pensionati incensurati napoletani “rifiutati” dalla Scozia perché “persone non gradite”

La vergogna di Brexit è servita. Due coniugi napoletani, A.P e F.S., che avevano prenotato una vacan­za a Glasgow, in Scozia, sono stati ri­fiutati dal Regno Unito perché “perso­ne non gradite”. La paradossale vicenda che è inevitabilmente finita a denunce viene riportata stamane dal quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno che racconta tutta la vicenda. I due in sostanza sarebbero stati “pericolosi per l’incolumità dei passeggeri dell’aereo e della nazio­ne”. Ma si tratta di due pensionati dalla fedina pe­nale immacolata: 73enne ex dipen­dente di una ditta artigianale lui, 64enne un tempo maestra d’asilo lei, avevano deciso il 29 settembre scorso di visitare la Scozia. Mentre erano già seduti ai loro posti su un volo della Easyjet all’aeroporto di Milano Malpensa una delle hostess si avvici­na e dice: “Signori, mi dispiace  ma sono costretta a chiedervi di tornare indietro, nel Regno Unito non siete graditi”. E l’uomo incredulo risponde: “Ma se non ci siamo mai sta­ti?”,mentre la moglie, invece, è mortificata. La notizia genera il panico tra i presenti. Terroristi? Trafficanti di droga? Ladri? I pensionati, rossi in vi­so, vengono accompagnati in un sala d’attesa. Dopo l’ennesima spiegazione da parte di un responsabile della compagnia aerea i due pensionati decidono di tornare a Napoli e contattano il Consolato britannico di Roma che risponde di “essere impossibilitato a dare infor­mazioni”. E allora si affidano al­l’avvocato Enrico Viggiano per intraprendere un’azione legale per i danni economi­ci e morali subiti. Pochi giorni fa allo studio dell’avvocato Viggiano arriva una concisa e poco chiara risposta dell’Home Office, il di­castero del Regno Unito preposto al­ l’amministrazione degli affari interni. “Confermiamo – si legge nella missiva – che non abbiamo l’autorizzazione ad accogliervi nel Regno Unito”. L’avvocato senza perdersi d’animo si prepara alla battaglia legale: “Chie­deremo i danni alla salute – ha spiega al Corriere del Mezzogiorno – non ci fermeremo e scrivere­  nuovamente alle autorità compe­tenti: la posizione dei miei assistiti va risolta nel più breve tempo possibile o rischiano di non poter più viaggiare”.

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