Si nascondeva da un po di tempo sulla collina dei Camaldoli. Ma il blitz di Natale dei carabinieri è andato a vuoto anche questa volta: Marco Di Lauro “L’invisibile” è riuscito a farla franca. Latitante da circa 12 anni colui che ha guidato la cosca di Ciruzzo ‘o milionario con il padre e i fratelli si nascondeva in una mansarda diroccata che affaccia sulla collina dei Camaldoli e che guarda la città di Napoli dall’alto. I carabinieri sono arrivati sul posto seguendo le sue tracce e di persone a lui vicine. Hanno trovato tutto in ordine segno che Marco “il fantasma” o ” l’invisibile” era già andato via da qualche giorno. Anche questo rifugio è bruciato ma anche questa pista è bruciata per gli investigatori. Si ricomincia daccapo.
Astuto. Più del fratello Cosimo. Riservato. Come il fratello Vincenzo e il padre Paolo. Marco Di Lauro è al numero due della lista dei latitanti eccellenti italiani dopo il superboss siciliano Matteo Messina Denaro. Trentasei anni, Marco Di Lauro ha sulle spalle una condanna definitiva a poco più di dieci anni per associazione di stampo mafioso, per aver fatto parte del clan Di Lauro sino alla fine del 2004. Ed è questo il mandato di cattura per il quale il quartogenito del boss Paolo Di Lauro è ricercato. Poi c’è la condanna per omicidio, che non è ancora passata in giudicato. È la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Attilio Romano, una vittima innocente della camorra assassinata nel gennaio del 2005 nel pieno della guerra di camorra scoppiata tra i Di Lauro e l’ala scissionista guidata dagli Amato-Paga- no. Attilio fu vittima di un errore di persona: il killer aveva avuto l’ordine di uccidere un’altra persona – pure lei estranea alle dinamiche della criminalità organizzata -, un nipote del boss ‘ribel le’ Rosario Pariante che era il datore di lavoro di Attilio e che quella maledetta mattina si sarebbe dovuto trovare nel negozio di telefonia mobile dove Attilio era impiegato. Il killer però sbagliò obiettivo e uccise Attilio. Di quel delitto Marco Di Lauro è considerato il mandante. E in primo e in secondo grado è stato condannato alla pena dell’ergastolo.Ma la Cassazione ha annullato con rinvio in Appello che non è stato ancora fissato.
