Napoli. C’e’ una svolta nel delitto dell’ingegnere napoletano Vittorio Materazzo, sgozzato sotto casa la sera del 28 novembre: ora il fratello minore Luca non è più solo il principale sospettato ma un ricercato destinatario di un ordine di cattura emesso dal tribunale di Napoli. Luca Materazzo, 36 anni, si è reso irreperibile da un paio di settimane e ora è caccia all’uomo con la polizia che ha perquisito le abitazioni di famiglia in tutta Italia. Per gli inquirenti è lui l’assassino: decisivi i responsi degli esami effettuati sul Dna. L’ordinanza di custodia emessa nei suoi confronti, infatti, è fondata soprattutto sui risultati dell’esame del Dna eseguito sugli oggetti ritrovati, tra cui il coltello utilizzato dall’assassino per il delitto e abbandonato a poca distanza dal luogo dell’omicidio. L’uomo non avrebbe fatto più ritorno nella sua abitazione dal ponte dell’Immacolata come conferma il legale della vedova Materazzo, Luigi Ferrandino: “Nel palazzo non si vede da una dozzina di giorni”. Un provvedimento che era nell’aria, visto che Luca Materazzo sin dal primo momento è apparso come il principale indiziato di questa storia. Ma che ha avuto bisogno di tempo per essere emesso, quello necessario ad esaminare centinaia di reperti e di tracce per avere conferma che gli indizi investigativi avessero un riscontro anche negli esami scientifici con la comparazione del Dna. “Un lavoro egregio quello svolto dalla polizia che tra l’altro in tempi record – ha evidenziato il capo della procura partenopea Giovanni Colangelo – è riuscita ad ultimare tutti gli accertamenti”. Nei giorni a ridosso del delitto tranne che una serie di indizi non vi erano elementi tali da poter adottare – spiegano in procura – provvedimenti restrittivi. Il decreto di fermo è stato emesso otto giorni fa, una volta ottenuti i risultati che attribuivano a Luca Materazzo le tracce individuate sugli oggetti e gli indumenti abbandonati dall’assassino e ritrovati dalla polizia poco dopo l’agguato. Il movente alla base dell’omicidio – questa la tesi degli inquirenti – sarebbe costituito da questioni di interesse economico e di eredità in ambito familiare. Vittorio Materazzo, 51 anni, aveva chiesto lo scorso anno di riesumare la salma del padre Lucio ritenendo che non fosse morto per cause naturali ma che fosse stato ucciso. Su questi contrasti familiari, nei giorni scorsi, è stata ascoltata dai pm come persona informata dei fatti l’ex compagna dell’ingegnere Lucio Materazzo, la signora Scintilla. Di poche parole la reazione della famiglia alla notizia: “Abbiamo appreso dalla stampa – dice l’avvocato Luigi Ferrandino – la notizia dell’ordinanza di custodia in carcere. A nome della famiglia posso solo dire che confidiamo nel lavoro della magistratura ma che non sappiamo altro perché comunicazioni ufficiali a noi non ne sono state fatte. Dobbiamo ritenere che non avendo eseguito l’ordinanza gli inquirenti hanno ritenuto che non ci fosse nulla di ufficiale da comunicare alla famiglia”. Un silenzio che è stato squarciato dopo il blitz della polizia all’alba a casa Materazzo: ora tutti sanno che Luca è ufficialmente un ricercato.