Rimborsi per 180 mila euro all’amico “per non fare niente”: chiesti due anni di carcere per Bobbio

Chiesti due anni di carcere per l’ex pm della Dda di Napoli, Luigi Bobbio ex senatore di An ed ex sindaco di Castellammare. L’attuale giudice presso il Tribunale civile di Nocera Inferiore accusato in concorso con il suo mandatario elettorale, l’avvocato napoletano Francesco De Vita e il dirigente del comune di Castellammare Vincenzo Battinelli. Mano pesante contro De Vita per il quale la richiesta di condanna è di sei anni per Battinelli invece sono 4. Le accuse riguardano gli anni in cui Bobbio, il sindaco “sceriffo” è stato alla guida del comune di Castellammare dal 2010 al 2013 e l’istitutizone della famosa cabina di regia, “un ufficio fantasma. L’avviso per l’incarico di coor- dinatore era disegnato su misura per De Vita, Bobbio doveva ricambiare il favore in quanto era stato il suo mandatario elettorale”, ha spiegato nella sua requisitoria il pm Maria Benincasa. Organo formato sotto la gestione dell’ex sindaco Bobbio per orientare l’azione amministrativa, e che invececome ha detto il pm era: “fittizio e concepito come strategico, ma senza alcuna deliberazione di atti. Uno schermo legale per mascherare sotto forma di compensi vere e proprie distrazioni di denaro dalle casse comunali, anche attraverso le partecipate con norme mischiate per cucire gli incarichi su misura”. L’avvocato che come ha detto il pm “veniva pagato per non fare niente”. L’incarico costava alle casse comunali 180mila euro all’anno, più rimborsi spese, spesso per cene e pernottamenti in hotel di lusso, cene a Capodanno anche con la famiglia, considerati tutt’altro che di lavoro. la cosa strana emersa dalle indagini è che De Vita “lavorava sempre nei week end scegliendo hotel di lusso”. A far scattare l’inchiesta furono le denunce degli allora ex consiglieri comunali di opposizione.ha spiegato ancora il pm: “De Vita non era un dipendente diretto del sindaco, né un collaboratore, né rappresentava un profilo di elevata professionalità, perché le relazioni comparse nelle indagini sono senza data e palesemente copiate da internet”. La sentenza è prevista a a gennaio. Per 5 testi, l’accusa ha chiesto ai giudici (collegio seconda sezione penale, presidente Antonio Pepe, a latere Mariaconcetta Criscuolo e Federica De Maio) di inviare gli atti in Procura per falsa testimonianza.

 


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