Nell’ ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, il Commissariato di polizia di Giugliano ha dato esecuzione ad un provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli Nord, con il quale è stato disposto, il sequestro preventivo di una somma di danaro equivalente al valore di kg. 6,5 di oro, sino ad un ammontare massimo di 200mila euro nei confronti di un di un gioielliere. La persona in questione, titolare di una gioielleria sita in Giugliano, è indagato per il delitto di ricettazione riguardante gran parte della refurtiva proveniente da una rapina, avvenuta in data 31 maggio 2014, ai danni di una gioielleria sita in Santa Maria Capua Vetere. Nel corso della rapina in questione, i rapinatori – già quasi tutti identificati, processati e condannati per tale fatto – avevano sottratto oro e gioielli per un valore di circa 200mila euro. Secondo l’ipotesi accusatoria, il gioielliere, nei cui confronti è stato emesso il provvedimento di sequestro preventivo, per ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa dei monili, avrebbe provveduto a trasformare i gioielli, fondendo l’oro e smontando le pietre preziose ivi incastonate o, comunque, facendo sì che altri soggetti di sua fiducia provvedessero a ciò per suo conto. Successivamente, i monili ottenuti dalla nuova lavorazione venivano posti in vendita presso l’ esercizio commerciale dell’indagato mentre l’oro rimanente veniva comunque utilizzato per sua attività imprenditoriale. Le relative indagini, tempestivamente svolte dalla Polizia di Stato appartenenti al Commissariato di Giugliano, avevano già portato all’emissione di una decina di ordinanze applicative della custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti, tre dei quali minore degli anni 18, resisi autori di svariate rapine commesse ai danni di gioiellerie ed esercizi commerciali ubicati nelle province di Napoli e Caserta e anche in altre località del Centro Italia tra gli anni 2011/2014. l successivi sviluppi delle attività investigative in questione, sviluppate anche sulla scorta degli elementi forniti successivamente dalle persone offese, consentivano di far emergere anche il coinvolgimento del gioielliere nella ricettazione della refurtiva in questione.