La guerra delle pulizie al Centro Plaza fu vinta dal clan Loreto-Ridosso. Era il 2008 e il figlio del ‘pentito’ Pasquale Loreto, Alfonso, iniziò la sua ‘carriera’ criminale. In principio fu l’appalto delle pulizie al Centro commerciale Plaza, la struttura completata nel 2008 e realizzata dalla cooperativa La Casa del popolo presieduta da Mario Catalano, ex consigliere comunale e figlio dello storico senatore del Pci, Oreste. Anche Catalano figura tra le vittime dei Loreto Ridosso, insieme a Pietro Palomba – titolare della Sala Bingo – e agli amministratori di condominio del Plaza succedutisi nel tempo Antonio Annunziata e Angelo Nicosia. Costretti a rivolgersi alle imprese di Roberto Cenatiempo, Alfonso Loreto, Luigi e Gennaro Ridosso per le pulizie esterne della struttura. Per quel lavoro il clan dei rampolli si schierò contro la storica cosca di Franchino Matrone, ‘a belva, e addirittura sfidò il gruppo avversario a farsi da parte. A raccontare i retroscena di incontri e minacce è stato Alfonso Loreto, otto anni dopo le prime vicende. Poi sono arrivate le conferme delle vittime Pietro Palomba, Mario Catalano e degli amministratori di condominio. Nel 2008, Pietro Palomba – socio della cooperativa La Casa del Popolo e della ditta che realizzò la struttura la Ifi costruzioni – avrebbe voluto costituire una società per gestire i servizi, la manutenzione e la raccolta pubblicitaria per i negozi. Ma Alfonso Loreto si inserì nell’iniziativa e convocò Palomba proponendogli una società – al clan sarebbero andati i proventi per le pulizie, mentre a Palomba quelli degli altri servizi – ma il geometra del Bingo non accettò la proposta. E allora cominciarono le pressioni. Alfonso Loreto e Luigi Ridosso (figlio di Salvatore) pretesero un incontro con il presidente della Coop, Mario Catalano. “Vennero da me due giovani dall’apparente età di 20 anni – racconterà nel giugno di quest’anno agli investigatori – uno si presentò come il figlio di Pasquale Loreto che io conoscevo sia per le sue vicende criminali sia perché eravamo andati a scuola insieme”. In quell’occasione Alfonso chiese e ottenne l’appalto delle pulizie del Centro Plaza per ‘lavorare onestamente’. Prima però i giovani avevano sbaragliato il campo mettendo da parte il clan Matrone: “Andammo a casa di Vincenzo Nappo – racconta Alfonso Loreto – dove lo affrontammo in malo modo”. Il centro Plaza si collocava, territorialmente, nella zona di influenza del clan Matrone e Alfonso con Luigi e Gennaro Ridosso dissero a Nappo e ad Alba Carotenuto – ritenute vicini all cosca di Franchino ‘a belva – di farsi da parte. “Tengo due o tre fossi preparati per Alba per Palomba e per chiunque si mette in mezzo … o fai un passo indietro o ti scavi la fossa” disse Luigi Ridosso ai convenuti in un incontro al Bar Alba di Scafati.
Il primo contratto di pulizie fu firmato da Mario Catalano, nel 2009 e fu stipulato con la Italia Service, l’impresa costituita da Alfonso Loreto e di fatto intestata e gestita da Roberto Cenatiempo. Nel corso degli anni e fino ai nostri giorni, il condominio del Centro Plaza ha lasciato che le imprese dei Loreto-Ridosso che si sono succedute nel tempo continuassero a offrissero i servizi di pulizia nella struttura. Nel 2010 le attività di Alfonso Loreto e dei Ridosso emersero anche nel corso di intercettazioni telefoniche disposte dalla Dda di Salerno nell’ambito del procedimento che a settembre dello scorso anno ha portato ai primi arresti. E’ stato Pietro Palomba – vittima delle imposizioni del gruppo sia per il Plaza che per la Sala Bingo – a raccontare il clima di intimidazione che si viveva intorno al 2008. Alfonso Loreto che sbandierava la sua voglia di riscatto sociale con un lavoro onesto null’altro faceva che perpetrare l’attività del padre, insieme agli amici Ridosso. “Alfonso Loreto – ha raccontato Palomba nei mesi scorsi – mi minacciò ‘o fai un passo indietro o ti scavi la fossa’ e mi disse che avevano la forza per contrapporsi a Franchino Matrone che tramite Vincenzo Nappo voleva prendersi l’appalto”.
Quell’appalto nelle mani della camorra è durato fino ai nostri giorni, passando attraverso la Italia Service alla Italy service, con sede a Castellammare di Stabia e amministrata formalmente da Mario Sabatino. Il resto è storia giudiziaria degli ultimi giorni. (r.f.)