Un block notes dove venivano divisi i proventi delle estorsioni imposte con le ditte di pulizia del clan Loreto Ridosso e il nome di Alfonso Loreto depennato quando iniziò la sua collaborazione con la giustizia: è uno degli elementi, insieme alle indagini, alle intercettazioni telefoniche, alle dichiarazioni, alle testimonianze che ha permesso agli inquirenti di ricostruire il giro di estorsioni e usura imposti dal gruppo criminale.
Il block notes sequestrato a Roberto Cenatiempo, il gestore di fatto di Italia service, Italy service e La Splendida, riporta fedelmente le divisioni delle quote tra il 24 novembre 2015 – due mesi dopo gli arresti dei capicosca Alfonso Loreto, Gennaro Ridosso e Luigi Ridosso – e il 6 luglio 2016. Versamenti mensili da parte delle società che gestivano il Bingo di Scafati, Centro Plaza, Bingo Salerno e Bingo Pompei. I proventi dei lavori di pulizia anziché finire nelle casse sociali delle società veniva diviso tra gli amministratori di fatto, gente del clan, i capi: Alfonso Loreto, Luigi Ridosso e Gennaro Ridosso. Ma quando nel febbraio del 2016, Alfonsino Loreto iniziò a collaborare con la giustizia il suo nome viene depennato. Non merita più di spartire e tutto quanto finisce a Gennaro e Luigi Ridosso, i cugini, ritenuti attualmente reggenti della cosca.
Ma il gruppo non si limitava solo ad imporre il pizzo attraverso l’imposizione delle ditte di pulizie gestite direttamente da Cenatiempo e intestate a prestanome. Tra le vittime della cosca, negli ultimi anni, ci sono stati imprenditori, commercianti e politici noti. (r.f.)
(nella foto da sinistra Roberto Cenatiempo, Gennaro Ridosso e Luigi Ridosso)