Tre provvedimenti cautelari sono stati emessi dalla Dda di Napoli nei confronti di altrettanti carabinieri infedeli in servizio negli anni scorsi al comando gruppo di Torre Annunziata. Accuse gravi e infamanti che infangano anche il lavoro di tanti altri militari che in un territorio difficile come quello a Sud del Vesuvio rischiano la vita tutti i giorni con il loro lavoro e la loro professionalità per assicurare i camorristi alla giustizia e per mantenere alto il presidio della lagalità nel territorio. I tre sono accusati di presunta corruzione e favoreggiamento nei confronti dei clan oplontini. Un obbligo di dimora è scattato per un militare che negli anni scorsi faceva servizio a Torre Annunziata e ora è invece a Salerno, per gli altri due ufficiali invece, trasferiti a Roma, sono stati firmati gli avvisi di conclusione indagine. Indagine coperta da uno strettissimo riserbo e collegata all’arresto avvenuto l’otto dicembre scorso di A. A finito nei guai perché teneva per sé la cocaina che sequestrava ai clan. I fatti si riferiscono agli anni della sanguionosa faida tra i Gionta e i Gallo-Cavalieri tra il 2006 e il 2009 con decine di morti. Ci sono intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno “incastrato” i tre militari infedeli. I magistrati della Dda di Napoli li interrogheranno nelle prossime settimane alla presenza dei rispettivi avvocati.