Ucciso da un proiettile vagante a Capodanno: solo 5 anni e 4 mesi all’assassino

Solo cinque anni e 4 mesi di carcere per Antonio Galdieri e nove mesi per il figlio Giuseppe entrambi di Caivano accusati, il primo di aver ucciso la notte di Capodanno del 2010 Carmine Cannillo, operaio di Frattaminore, padre di tre figli,  colpito da un proiettile vagante, esploso appunto dalla pistola di Antonio Galdieri mentre giocava con le “stelline” con il bambino più piccolo, che all’epoca aveva tre anni nel cortile del Parco Aurora a Crispano, dove la vittima era ospite di un amico per il cenone. Il giudice monocratico della VI sezione penale del Tribunale di Napoli, dopo una lunga camera di consiglio ha condannato in primo grado Antonio Galdieri per omicidio colposo e il figlio Giuseppe per lesioni colpose, per aver ferito in modo grave un ragazzo che si trovava su un balcone. Il padre aveva utilizzato un revolver Smith & Wesson calibro 38, mentre il figlio una Beretta calibro 9. Armi sequestrate dai carabinieri nel corso delle indagini. Nel corso del processo e grazie a un lunghissimo  e tormentato dibattimento sulla perizia balistica è stato accertato che Cannillo fu ucciso da un proiettile di caduta, che gli spaccò il cuore a metà, uccidendolo sul colpo. Ora dopo sei anni arriva la sentenza che lascia l’amaro in bocca ai familiari anche perchè c’è il rischio prescrizione e quindi la probabilità che un delitto così assurdo rimanga impunito.

 

(nel riquadro la vittima Carmine Cannillo)


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