Agguato a Montesanto, si cerca il vero obiettivo del raid

Si indaga per individuare il bersaglio dell’agguato fallito il 31 dicembre scorso tra via Ventaglieri e via Montesanto. Una zona di confine tra i Quartieri Spagnoli e il Cavone, con influenze camorristiche diverse ma collegate o meglio ancora, intrecciate. Ecco perché la polizia, prima di sbilanciarsi sul clan al cui interno sarebbe maturata la decisione di sparare, va con i piedi di piombo. In ogni caso non ci sono dubbi sulla matrice, che non è certo quella dei festeggiamenti a colpi di
pistolaper l’imminente Capodanno. Erano le 19 e 15 di sabato, come ricorda Il Roma,  quand’è scattato l’allarme tra Ventaglieri e Montesanto, a poca distanza dalla centralissima piazza Dante. Carmine Biagio Genovese stava guidando un furgoncino Citroen quando è stato centrato da un colpo di pistola al collo. È riuscito a frenare ed è stato subito soccorso mentre tutt’intorno si scatenava il panico tra la folla impegnata negli ultimi acquisti per il cenone. Trasportato al vicino ospedale dei Pellegrini, il 59enne è ora in prognosi riservata ma non è considerato in pericolo di morte. I medici hanno constatato che il proiettile è fermo, non può ledere organi vitali e contano di operarlo al più presto per l’estrazione. Nel frattempo la polizia scientifica ha compiuto una serie di accurati rilievi sul luogo della sparatoria e sull’automezzo, riscontrando tre fori sulla carrozzeria allo stesso lato del conducente. A dimostrazione che chi ha sparato non lo ha fatto mirando in alto, ma ad altezza d’uomo. Possibile che il bersaglio designato, a piedi o su un motorino non si sa, si sia gettato a terra per ripararsi per poi allontanarsi velocemente una volta cessato il pericolo. In zona non ci sono telecamere.


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