“Guagliù, mo’ avimma fa na bella mazziata a chilli bastard e nire”. E così si presentarono in sei, tra cui un 17enne, al cospetto del senegalese eroe (ora sotto scorta) che non ne voleva sapere di pagare il “pizzo” di Natale al clan Mazzarella: 20 euro aggiuntive alla settimana “norma- le” di 100. In quattro, più il minorenne sono stati fermati ieri dalla squadra mobile di Napoli, ma c’è una sesta persona irreperibile. Uno dei fermati, Luciano Rippa, ha collaborato con la polizia. Ha raccontato tutto: dinamica, motivazioni e matrice del raid commesso tra la folla. Lui è uno dei due ambulanti che avrebbero fatto da “naviganti” ovvero basisti e che addirittura avrebbe brandito una sbarra di ferro tentando di colpire il senegalese ribelle e i suoi amici senegalesi. La storia oramai è stata ricostruita nei dettagli anche grazie alla collborazione sia del senegalese sfuggito all’agguato sia dei tre connazionali feriti con la piccola bambia di Melito di 10 anni che era a passeggio nel mercato con il papà.
Era il 4 gennaio scorso e la discussione con l’extracomunitario degenerò rapidamente al punto che scattò il piano B: una violen-a lezione al “nero” con una mazza da baseball. Ma Gennaro Cozzolino, l’unico armato del gruppo, perse il controllo e fece fuoco mirando alle gambe dell’uomo in fuga. Lui è rimasto illeso, ma i tre connazionali che cercavano di aiutarlo e la bambina furono colpiti dai proiettili vaganti. Da ieri però questa brutta storia si è tinta di colori meno foschi con il fermo di quattro presunti responsabili; un quinto, anch’egli legato ai Mazzarella, è irreperibile mentre per il giovanissimo deve decidere la procura per i minorenni sulla misura cautelare.
Il fermo è stato disposto dai pm Francesco De Falco e Henry John Woodcock grazie alle indagini degli uomini della squadra mobile e alle confessioni di Rippa, del senegalese e alle di una telecamera da cui si riconoscerebbero Rippa e Gennaro Vicedomine, il secondo “navigante” da ieri ai domiciliari con Rippa. In carcere invece sono finiti colui che materialemnte ha fatto fuoco ovvero Gennaro Cozzolino e Valerio Lambiase (fratello di Gianmarco, ucciso i 1 marzo 2015 a Ponticelli nella guerra con i Giuliano-Sibillo, all’epoca uniti). Ora entro domani il gip dovrà decidere sulla convalida del fermo ed emettere eventuali provvedimenti cautelari.