Armi a Iran e Libia: sms dei coniugi di San Giorgio a Cremano sul rapimento di due italiani uccisi nel 2016

Nell’ambito dell’indagine sul traffico di armi internazionale di armi e di materiale dual-use di produzione straniera, oltre al provvedimento di fermo per tre italiani (il quarto nei confronti di un cittadino libico e’ ancora da eseguire) sono state eseguite dieci perquisizioni a carico di indagati. L’indagine nasce a giugno del 2011, da un precedente inchiesta sugli interessi del clan dei Casalesi nel traffico di armi, quando la Dda partenopea documento’ contatti tra un esponente della cosca del Casertano e la mala del Brenta, proprio attraverso un ‘mediatore’ che cercava di reclutare mercenari in grado di addestrare all’uso delle armi cittadini somali. L’inchiesta ha dato vita anche all’indagine odierna. Il traffico di armi che ha portato ai provvedimenti di oggi avveniva attraverso societa’ che avevano sede in Ucraina e in Tunisia e che avevano stabili rapporti con il mondo politico e militare di Iran e Libia. La Societa’ italiana elicotteri, con sede a Roma, avrebbe, almeno in un caso, ceduto materiali di armamento all’Iran attraverso escamotage che hanno consentito che queste non entrassero mai sul territorio nazionale. Armi a gruppi militari libici, sono poi arrivate, con gli stessi escamotage da una societa’ con sede in Ucraina ma che fa capo ad italiani. Fondamentale per la ricostruzione dei traffici di armi, l’esame di documenti cartacei e telematici sequestrati in perquisizioni eseguite nel novembre 2015, ma anche l’escussione di testi.

I fermati sono marito e moglie di San Giorgio a Cremano, Mario Di Leva, convertitosi all’Islam con il nome di Jaafar, e Annamaria Fontana, e manager della Società italiana elicotteri, Andrea Pardi. Il quarto destinatario del provvedimento di fermo è un libico resosi irreperibile. E’ indagato anche il figlio della coppia, per il quale, al pari del padre, i magistrati napoletani sospettano un processo di “radicalizzazione” in atto. Il provvedimento sarebbe stato emesso, secondo quanto si apprende, in quanto nel corso delle indagini era sopraggiunta un’emergenza investigativa legata a un pericolo imminente di fuga all’estero. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche le foto in cui la coppia è a cena in compagnia dell’ex premier iraniano Ahmadinejad.

Dalle intercettazioni sarebbero emersi presunti contatti tra i coniugi di San Giorgio a Cremano  fermati oggi nell’inchiesta sul traffico di armi e i rapitori di quattro italiani sequestrati in Libia nel 2015. La circostanza sarebbe venuta alla luce da alcuni sms di poco successivi al sequestro in cui i coniugi facevano riferimento alle persone già incontrate qualche tempo prima, alludendo a loro come autori del rapimento. Il sequestro si concluse, a marzo del 2016 con la morte di due italiani, Fausto Piano e Salvatore Failla mentre gli altri due rapiti, Gino Pollicandro e Filippo Calcagno, riuscirono a fuggire.

 


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