Assolta la mamma che “sentiva le voci” e che lanciò il figlio dal balcone di casa

E’ stata dichiarata “incapace di intendere e volere”, Giovanna Franzese, la 40enne di Ottaviano che lo scorso anno tentò di uccidere suo figlio di un anno, lanciandolo giù dal balcone di un’abitazione in via Cazzelli. Assolta e per questo che da ieri ha lasciato il carcere di Pozzuoli dove era detenuta ma siccome gli stessi giudici che l’hanno dichiarata incapace di intendere e di volere l’hanno dichiarata “socialmente pericolosa” sarà sottoposta alla misura di sicurezza del ricovero presso una delle quattro residenze – esistenti in Campania – per l’esecuzione della misura (Rems). “Ho sentito delle voci dentro di me, mi dicevano di buttarlo giù”, aveva detto la donna ai magistrati ma anche gli psicologi che l’hanno sottoposta ad un’accurata perizia psichiatrica.

La sentenza è stata emessa dal gip del Tribunale di Nola, Paola Borrelli. La donna nel 2001 somministrò psicofarmaci alla figlia appena nata (avuta da una precedente relazione) e nel 2011 fu denunciata per maltrattamenti ai due figli dell’attuale marito (nati dal primo matrimonio dell’uomo). Per l’episodio del 2001, la donna perse la possibilità di accudire la figlia, che fu affidata ai nonni; nel 2011, invece, i due ragazzi, entrambi adolescenti, furono destinati ad una casa famiglia. Nel marzo del 2015, è poi nato il bambino lanciato dalla finestra. Il piccolo, ricoverato al Santobono con trauma cranico e fratture al torace e alla clavicola, fu dimesso dopo otto giorni e affidato ad una nuova famiglia dopo una breve permanenza in una struttura.

 


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