C’è un altro retroscena inquietante nei racconti del pentito scafatese Alfonso Loreto e che riguarda il clan Cesarano di Castellammare. Nicola Esposito detto ‘ mostro che per anni è stato il reggente della cosca di Ponte Persica, grazie al fatto che Vincenzo Cesarano, ‘o mussone (cugino del super boss Ferdinando) e Luigi Di Martino ‘ o profeta fossero in carcere da anni, aveva deciso di uccidere quest’ultimo uscito dal carcere circa due anni fa per vecchi rancori. Ha raccontato Alfonso Loreto: “Nicola Esposito aveva intenzione di ucciderlo, ciò mi è stato detto da un tale Francesco il quale mi disse che in occasione dell’imminente uscita dal carcere di Luigi Di Martino, lui e Paolo Carolei avevano preso un accordo per commettere l’omicidio…Paolo Carolei che è un esponente del clan DAlessandro di Castellammare di Stabia era interessato a vendicare la morte del cugino Tommaso Covito e che era stato ucciso proprio da Di Martino. In effetti posso aggiungere che quando ho instaurato rapporti con Giggino ‘o profeta quando era uscito dal carcere, non solo l’attentato non era stato fatto anche perché nel frattempo era stato arrestato Nicola Esposito, ma Di Martino mi ha confermato che ad uccidere Covito era stato lui insieme a un tale di nome Gennaro, mi sembra che fosse di Gragnano o Castellammare… Nel 2009 quando Nico la Esposito uscì dal carcere. Io personalmente mi recai a casa sua, non lo conoscevo fisicamente ma di lui me ne aveva parlato quel Francesco che mi aveva riferito del tentativo di uccidere ‘o pro feta. Andai a casa di Nicola Esposito e in seguito con me cono venuti anche Gennaro e Luigi Ridosso che mi ave vano accompagnato a casa di ‘o mostro a Ponte Persica. Così iniziò la nostra collaborazione…”.
(nella foto da sinistra il pentito scafatese Alfonso Loreto, Paolo Carolei, Nicola Esposito ‘o mostro e Luigi Di Martino ‘o profeta)